Lo scorso gennaio, sui social circolava un video: mostrava droni in volo nella Mongolia Interna, una provincia cinese, e nella città settentrionale di Shuyang, che ammonivano persone che non indossavano mascherine o che invitavano i residenti a tornare a casa per contenere il diffondersi del Coronavirus.
Immagini che sembravano irreali: si riferivano a un'emergenza remota che non avrebbe mai investito il nostro Paese. Nel frattempo, l'epidemia è diventata pandemia, la guerra contro il coronavius è in casa, e qualcuno in Italia sta sperimentando soluzioni analoghe.
Nel comune di Acerra, alle porte di Napoli, da qualche giorno un drone si alza in volo per controllare dall'alto atti irresponsabili: assembramenti di persone da denunciare.
Acerra, drone contro il contagio da coronavirus
Per contenere la diffusione del Coronavirus, il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le rigorose ordinanze della Regione Campania vietano raduni di persone. Il Governatore, Vincenzo De Luca, ha anche vietato passeggiate ed attività sportive all'aperto. Gli appelli a non uscire di casa, se non per motivi di lavoro o di necessità urgenti, sono ripetuti incessantemente da rappresentanti istituzionali, epidemiologi e virologi di chiara fama, e dai mezzi di comunicazioni.
Ciononostante c'è chi, mettendo a rischio la vita propria e quella di altri, anche dei familiari, continua a comportarsi in maniera irresponsabile, andando in strada senza una valida motivazione.
Il comune di Acerra, per ovviare a questo problema, da lunedì ha messo in campo una risorsa tecnologica. Il Comando della Polizia municipale sta utilizzando in via sperimentale un drone in dotazione al Nucleo comunale di Protezione civile per il controllo dall'alto di cittadini che continuano ad assembrarsi incautamente.
Ma l'uso del mezzo vale anche da deterrente. Il drone segnala la presenza di persone sul territorio comunale, e l'unità di vigili motociclisti interviene a sanzionarle.
Acerra, l'appello del sindaco Raffaele Lettieri
In un videomessaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, il Sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, ha spiegato che la sua amministrazione sta tentando tutte le soluzioni possibili e immaginabili, comprese quelle più innovative, per controllare chi continui a mettere a rischio la comunità, circolando in strada senza una comprovata ragione.
Il sindaco ha lanciato un appello: "Ne va della nostra salute, aiutiamoci, veniamoci incontro, la partita è tutta nelle nostre mani", ha detto ai suoi concittadini. Finora, sono stati fatti 2.000 controlli in città e 65 persone sono state denunciate per mancato rispetto delle norme per evitare l’espandersi del coronavirus.
"Temiamo il contagio per i comportamenti irresponsabili delle scorse settimane - ha detto Lettieri - Quella del drone è una maniera per controllare il territorio, mantenendo in sicurezza anche gli agenti della Polizia municipale che possono limitare il contatto con le persone. In questo momento è importante rispettare le regole, mantenere le distanze e non uscire di casa, se non per necessità.
Un sacrificio che rappresenta il fattore principale del contenimento del contagio". Pattuglie dei vigili urbani e auto del nucleo comunale della protezione civile sono anche impegnate a diffondere messaggi di allerta a restare a casa, rivolti a stranieri. Sono diffusi in inglese, francese, ucraino e arabo. Arriva invece da Piacenza, l'idea di disinfettare le città con i droni, soluzione, peraltro, già praticata in Cina.
Non solo Acerra, il caso del Comune di Sannicola
'Esci di casa? Io ti tolgo la panchina in piazza'. Nell'emergenza sanitaria per far rispettare le limitazioni alla mobilità e alla libertà individuale, unico modo per arginare il contagio da Covid-19, spiccano comuni che adottano soluzioni che possono sembrare 'originali' e stravaganti.
Una è quella escogitata da Cosimo Piccione, Sindaco di Sannicola, comune del Sud Salento, in provincia di Lecce: ha deciso di rimuovere le panchine nella piazza principale del paese perché in troppi continuavano a sostare come se nulla fosse. Persone anziane e non, sedevano in piazza della Repubblica senza rispettare le misure del decreto, quali la distanza, né indossavano mascherine. Più volte la polizia municipale le aveva invitate ad andare a casa ma, come raccontato dal sindaco, aspettavano che gli agenti fossero andati via per riaccomodarsi sulle panchine.
A quel punto, il primo cittadino ha deciso di far smontare le doghe di sedute e schienali, lasciando solo gli scheletri metallici delle panchine che non consentono di accomodarsi.
Il risultato è stato eccellente: finalmente la piazza è vuota. Un rimedio estremo per porre fine a un male estremo, il pericolo del contagio. A darne notizia, è stato lo stesso sindaco sulla sua pagina Facebook.