Passano le settimane, ma non si fa che parlare d'altro che dell'emergenza Coronavirus. Purtroppo è questo l'argomento che ricorre, anche perché le novità a riguardo non smettono mai di arrivare.
L'ultima riguarda l'autocertificazione in deroga alle limitazioni di movimento, perché è in arrivo l'ennesima nuova versione del modulo necessario per gli spostamenti di tutti i cittadini presenti sul territorio nazionale. A dichiararlo apertamente è stato il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che è intervenuto ai microfoni di SkyTG 24. Erano passati soltanto tre giorni dall'ultima variazione, ma dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'ultimo decreto legge, che contiene altre disposizioni e specificazioni, il testo dovrà essere nuovamente modificato.
Per la quarta volta in tutto.
Coronavirus: in arrivo il quarto modulo di autocertificazione
Ai microfoni di Sky Gabrielli ha spiegato che sono state fatte molte ironie sull'argomento, ma che purtroppo, cambiando le disposizioni, appare necessario oltre che doveroso aggiornare di volta in volta il testo. Senza girarci troppo attorno Franco Gabrielli ha spiegato che il problema principale è legato al fatto che c'è una tendenza da parte della popolazione a non rispettare le norme approfittando di qualche lacuna interpretativa presente nei vari testi finora venuti fuori. Il capo della Polizia ha voluto poi sottolineare come, oltre alla battaglia che si combatte all'interno degli ospedali, anche sulle strade se ne svolge un'altra, nel tentativo di attuare tutti i provvedimenti necessari per fermare la catena del contagio.
Coronavirus, nuove norme, nuova autocertificazione: 'Si rischiano 12 anni di reclusione'
Per fare questo è ovviamente necessario bloccare i cosiddetti furbetti. Gabrielli ha affermato che, fino al 24 marzo, su due milioni e mezzo di controlli effettuati, 110.000 persone sono risultate non in regola con le norme e dunque denunciate ai sensi dell'articolo 650 del Codice di procedura penale: 'Le denunce non cadranno nel vuoto' ha assicurato al riguardo Gabrielli.
Una sanzione aggiornata dal governo Conte e riferita a chi non ha rispettato la quarantena, sia essa obbligatoria sia essa volontaria, prevede poi il riferimento al dispositivo normativo dettato "dall'articolo 260 delle leggi sanitarie che prevede l'arresto da 3 a 18 mesi e una sanzione amministrativa da 500 a 5000 euro".