Una "medicina delle catastrofi": questa è la definizione che alcuni operatori sanitari hanno dato per descrivere la situazione in Lombardia, dove la provincia di Bergamo risulta essere la più colpita dall'emergenza Covid-19. Secondo quanto riporta 'Il Fatto Quotidiano', che ha realizzato una inchiesta proprio sulla situazione sanitaria lombarda, nove persone su dieci affette dal virus cinese non sarebbero mai arrivate in terapia intensiva. Per cui l'87% di loro muore prima di arrivare in ospedale, a casa oppure senza neanche essere ricoverato. Analizzando i dati di giovedì 19 marzo, i morti totali erano 2.168: stando alle cifre e alle statistiche, solo 260 di loro sarebbero morti negli ospedali, tutti gli altri decessi sarebbero avvenuti altrove.

Numeri che fanno ancora più impressione se si tiene conto che le cifre sono al ribasso, anche secondo le dichiarazioni che hanno dato i sindaci lombardi.

Sette ore di attesa per un'ambulanza

Per dimostrare quanto effettivamente sia sotto stress l'intero sistema sanitario nazionale, basti pensare che, se si chiama un'ambulanza poiché si accusano dei malesseri simili a quelli provocati dal Covid-19, i tempi di attesa possono essere anche abbastanza lunghi, circa sette ore secondo quanto riferisce 'Il Fatto Quotidiano'. Tale situazione sta mettendo a dura prova i medici e il personale sanitario di tutto lo Stivale. Tutte le terapie intensive lombarde sono ormai al collasso. Nel nostro Paese la situazione peggiore si registra a Bergamo e a Brescia, ma ormai l'intero globo è sotto scacco di questo virus giunto da Wuhan, in Cina.

Un malattia del tutto nuova per la quale, al momento, non ci sono né una cura, né un vaccino. Nell'ultimo bollettino fornito dall'OMS il numero dei contagi ammonta a 200.000 e 8.788 sono i morti.

Burioni avvisava che lo 'tsunami sta per arrivare'

E suonano come una profezia le parole pronunciate dal noto virologo Roberto Burioni il quale, in un post su Twitter, mentre rispondeva ad un utente, aveva consigliato a quest'ultimo di restare a casa perché "lo tsunami sta per arrivare".

E questo risale solo all'inizio dell'epidemia. Anche negli scorsi giorni alcuni medici di base di Milano avevano dichiarato alla stampa nazionale che i pazienti "sommersi" sono davvero tanti. Molti di loro, secondo quanto dichiarato da questi ultimi sanitari, stanno male a casa anche con 39 di febbre e temono che le loro condizioni di salute possano aggravarsi.

"Se i pazienti non arrivano a una crisi respiratoria grave non entrano in ospedale. E così non saranno mai registrati" - così hanno riferito due medici che hanno gli studi in zona San Siro e Lambrate.