Una situazione indubbiamente difficile che, però, viene costantemente tenuta sotto osservazione. Cresce il numero di persone positive al Coronavirus in Italia secondo l'aggiornamento fornito direttamente dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli nella serata di domenica 1° marzo: al momento risultano 1.577 i casi di contagio emersi dai test effettuati in tutte le regioni della penisola, con il numero dei decessi che è salito a quota 34. Invece sono 83 i pazienti considerati guariti.

Come evidenziato nei giorni scorsi, in questa fase la maggior concentrazione di cittadini positivi al virus è in alcune regioni del Nord Italia, in particolare in Lombardia e Veneto, mentre al Sud le cifre rimangono più contenute.

Italia, si cerca di contenere il contagio

Il compito di vagliare la situazione caso per caso spetta all'Istituto Superiore di Sanità che è chiamato a stabilire se i decessi sono direttamente legati al contagio da coronavirus, o se si tratta di una concausa su pazienti che avevano già altri problemi di Salute.

Angelo Borrelli ha aggiunto che, allo stato attuale delle cose, sono 798 i cittadini che si trovano in isolamento domiciliare con sintomi di lieve entità. Sono, invece, 639 i pazienti ricoverati con sintomi, di cui 140 in terapia intensiva.

In Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna le attività scolastiche resteranno sospese fino all'8 marzo. Nelle altre regioni, invece, gradualmente si sta cercando di tornare alla normalità, anche se i provvedimenti di riapertura delle scuole possono variare a seconda di eventuali nuove disposizioni governative.

Coronavirus, cresce il numero dei tamponi

Per provare a contenere la diffusione del coronavirus in via del tutto preventiva, sono stati effettuati finora 21.127 tamponi presso le principali strutture sanitarie delle regioni italiane. Di pari passo, proseguono gli studi volti alla produzione di un vaccino.

Dopo i casi registrati in Sicilia e in Calabria nei giorni scorsi, se ne sono aggiunti altri quattro in Friuli Venezia Giulia.

L'Istituto Superiore di Sanità ha attivato alcune tensostrutture nei pressi dei pronto soccorso dei principali ospedali regionali, ossia delle unità che hanno il compito di effettuare una prima valutazione su pazienti che presentano particolari sintomatologie, per poi indirizzarli verso le strutture più conformi alla cura dei singoli casi.

Nei prossimi giorni, analizzando i dati raccolti, verranno effettuate delle proiezioni che dovrebbero permettere di visualizzare in maniera più approfondita la diffusione del contagio, permettendo così di apportare dei correttivi alle misure introdotte finora.