Un mistero difficile da risolvere: in poco meno di ventiquattro ore tre buste esplosive sono state spedite a Roma ad altrettante donne, che apparentemente non hanno nessun legame tra loro. A quanto pare i tre ordigni sembrerebbero identici: quindi potrebbero plausibilmente essere stati realizzati dalla stessa mano, anche se gli esami scientifici dei prossimi giorni dovranno confermare questa ipotesi. Polizia e carabinieri indagano alla ricerca dei responsabili, che con i loro pacchi-bomba hanno ferito, seppur lievemente, tre donne. In due casi si è trattato delle destinatarie, mentre nell’altro il plico è saltato in area nel centro di smistamento postale, prima della consegna.

Non si esclude la presenza di altre buste, che potrebbero essere ancora in circolazione.

Una delle tre buste è esplosa nel centro di smistamento postale

Il primo caso si è verificato domenica sera nel centro di smistamento presso l’aeroporto di Fiumicino, dove confluiscono circa 80 mila chili di posta ogni giorno. Una busta commerciale di carta gialla, regolarmente affrancata, con tanto di indicazioni di mittente e destinatario, è esplosa quasi casualmente vicino ad una dipendente. All’interno del plico vi era un rudimentale ordigno, che si è improvvisamente innescato dopo che la missiva era caduta a terra, aprendosi parzialmente: ne è scaturito un piccolo incendio che ha lievemente ustionato l’impiegata.

Il pacco era indirizzato ad un’ex dipendente dell’Università di Tor Vergata, che non ha mai avuto nessun incarico di rilievo, ma si è sempre occupata di pratiche amministrative.

Le altre due buste hanno ferito le destinatarie

Gli inquirenti che hanno compiuto gli accertamenti nel luogo dell’esplosione pensavano ad un caso isolato, ma nel pomeriggio di lunedì altre due donne, entrambe destinatarie delle buste esplosive, sono state ferite.

La seconda vittima è stata una dipendente dell’Inail, che ha ricevuto il plico direttamente a casa. Dopo aver aperto il pacco, questo ha immediatamente preso fuoco causando alla signora lievi bruciature, che sono state curate dal personale sanitario intervenuto sul posto. Anche in questo caso appare difficile capire il perché della scelta di un obiettivo che non ha mai ricoperto incarichi importanti o avuto a che fare con la politica.

Lo stesso discorso vale per la terza donna colpita, una pensionata, ex impiegata presso l’Università Roma Tre, che lunedì sera ha riportato diverse ustioni in seguito alla deflagrazione del plico che le era stato inviato.

Le buste esplose non avevano al loro interno nessun biglietto, né tantomeno volantini con la rivendicazione del gesto. Potrebbe trattarsi di un folle, ma non si escludono altre piste: si stanno quindi effettuando verifiche sulla vita delle tre signore, anche se al momento non sarebbe emerso alcun legame tra loro. Polizia e carabinieri hanno immediatamente sottoposto ad accertamenti tecnici e investigativi i tre plichi, analizzando con attenzione il loro contenuto, anche nel tentativo di rilevare con gli appositi macchinari l’eventuale presenza di tracce ed impronte digitali.