Sono in vertiginoso aumento le segnalazioni di adescamento minorile via internet, specialmente in tempo di Coronavirus. La notizia, che inizia ad avere sempre maggiore risonanza nei giornali, è rivelata dai medici pediatri e dalla polizia postale, attraverso il sito del commissariato di polizia postale dedicato alla sicurezza sul web. A questo proposito, le autorità indicano un vero e proprio vademecum di comportamenti e di attenzioni da porre per la tutela dell’infanzia, mettendo in guardia dai rischi della navigazione su internet da parte dei giovani.

Si tratta di consigli, sia per gli adulti sia per i bambini, resi ancora più impellenti dall'incremento del tempo passato su internet. In periodo di coronavirus, infatti, aumentano i momenti che i bambini passano in rete, e in modo proporzionale, il rischio di adescamento da parte dei molestatori.

“Seguire i nostri figli quando stanno davanti a smartphone e al pc", dicono gli esperti della polizia postale, "è una regola da mettere in pratica sempre; seguirli in questi giorni di emergenza è ancora più necessario” per l’estremo pericolo di adescamento che si può celare dietro le comunicazioni virtuali.

Le modalità di adescamento di un bambino tramite internet passano anche attraverso i giochi comuni

Il contatto dei molestatori avviene sempre in modo amichevole, attraverso i canali preferenzialmente usati dai giovani.

La tecnica utilizzata è sempre la stessa. Lo dichiara la polizia postale, incaricata per le indagini sugli abusi e sui tentativi di adescamento via internet.

Dopo iniziali contatti tramite vie ufficiali, nei quali si conquista gradatamente la fiducia del bambino, si passa ad aree riservate su numeri privati, dove le richieste diventano sempre più esplicite e pericolose, spesso accompagnate da minacce crescenti di ogni tipo.

I social network rappresentano da circa 15 anni la naturale forma di aggregazione mediatica dei ragazzi” dichiara la polizia postale attraverso il suo sito “e ne accolgono le istanze più disparate; talvolta veri e propri diari mediatici a cui confessare ciò che non avrebbero il coraggio di dichiarare ai propri familiari ed amici e, purtroppo, terreni facili per la messa in atto di pratiche di manipolazione”.

I soggetti più giovani, pertanto, sono i più fragili e a rischio adescamento perché inesperti, curiosi e spesso lasciati soli, anche per 5 ore al giorno davanti a un telefonino.

La polizia mette in guardia e indica i campanelli d'allarme per i bambini

L'adescatore mette in atto qualsiasi tecnica per catturare la fiducia del minore: dalle minacce, alla manipolazione psicologica. In questo modo, il bambino diventa facile preda di ricatti sempre più vincolanti. Per questo è fondamentale tutelarsi e ricorrere alle prescrizioni fornite dagli esperti.

Ecco le indicazioni per i bambini: non fidarsi di persone che non si conoscono direttamente e non fornire mai dati personali, anche se richiesti esclusivamente per l’ingresso al sito stesso.

Diffidare di chi crea disagio attraverso la volgarità delle parole e dei messaggi, di chi sollecita foto o immagini private di qualsiasi tipo, o ancor di più, di chi chiede il coinvolgimento di altri amici. Chi insiste per essere contattato, o addirittura pretende di fissare un incontro personale, è sicuramente fonte di sospetto.

"In questi casi il minore non deve aspettare, non deve avere paura o vergognarsi, deve chiedere aiuto a un adulto"; queste le parole perentorie della polizia postale. Inoltre è necessario sapere, e far saper ai bambini, che le immagini, i video e i messaggi, una volta condivisi, possono potenzialmente diventare dominio di chiunque senza controllo, e non possono più essere cancellati una volta diffusi.

Cosa si può fare in caso di sospetto adescamento minorile

"L'adescamento è un reato procedibile d'ufficio", avvisa il commissariato della polizia postale tramite lo sportello per la sicurezza degli utenti web, presente sul proprio sito. La sola segnalazione può, di per se, attivare le prime fasi d’indagine. Ciò significa che non è necessaria una denuncia formale da parte dell'interessato che, quindi, non si deve esporre direttamente.

La polizia postale, oltre ad altre realtà che si occupano direttamente della lotta agli abusi online, come ad esempio l’Associazione METER onlus di don Fortunato Di Noto, può offrire una prima risposta per la tutela dei bambini in caso di bisogno o sospetto.