Il governo giapponese ha deciso di sperimentare il medicinale Avigan, noto anche come "Favipiravir", nell'ambito della battaglia contro l'attuale emergenza legata al Coronavirus. Stando a quanto riportato dal Corriere Della Sera, la notizia è stata resa nota dalla multinazionale che produce il farmaco, la Fujifilm Toyama Chemical. La stessa azienda nipponica ha confermato che i test dureranno sino a giugno del 2020 e che dovranno coinvolgere un campione minimo di cento persone contagiate dal Covid-19.

Il parere del general manager della Fujifilm sul farmaco

Il Corriere della Sera ha riportato il parere del General Manager della Fujifilm Toyama, Junji Okada, che ha ricordato come l'Avigan sia stato approvato nel paese asiatico nel 2014 per la cura dell'influenza ma non ancora per il trattamento del Coronavirus. Lo stesso Manager dell'azienda nipponica ha però ribadito che il governo ha approvato la richiesta di una sperimentazione del farmaco asserendo come i risultati dei test sino ad ora condotti non sono stati ancora resi noti.

Oltre a ciò, Juji Okada ha tenuto a rammentare che la Fujifilm non è comunque coinvolta negli studi governativi sull'Avigan: "Alcune società stanno sviluppando un vaccino, ma ci vogliono almeno 12-18 mesi di tempo.

Nel frattempo, può essere utile un farmaco come Avigan o altri principi terapeutici. Lavoriamo su questo" ha chiosato Okada, che ha poi aperto una piccola finestra anche su come verrà condotta la sperimentazione: "Il protocollo clinico prevede uno studio su 100 pazienti: 65 trattati con Avigan e 35 con un placebo. Ipotizzando un trattamento che dura 14 giorni, se le cose vanno bene, potremmo inviare i dati al governo nel giro di un mese, staremo a vedere".

L'approvazione dell'AIFA e la diatriba in Italia

Il farmaco giapponese era diventato alquanto noto nei media e nell'opinione pubblica italiana a seguito di un video, pubblicato il 21 marzo 2020, da Cristiano Aresu, che era diventato virale su Facebook. In tale video, Cristiano Aresu, un farmacista abituato a visitare il Giappone per lavoro, sosteneva che il medicinale nipponico veniva utilizzato come cura contro il Coronavirus in Cina e Giappone e che la sua possibile sperimentazione in Italia era malvista dall'Agenzia Italiana del Farmaco.

A seguito dello stesso video, si è scatenato un enorme dibattito attorno al farmaco tra quanti ne tessevano le lodi e quanti invece ne deprecavano l'impiego.

Per eliminare ogni dubbio alla fonte l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha annunciato l’avvio di uno studio clinico in Lombardia i cui esiti non sono stati ancora resi noti. Vi è ad ogni modo da segnalare come l'approvazione della sperimentazione in Italia sia stata molto contestata da importanti esponenti della stessa comunità scientifica, in primis da Roberto Burioni, tutti concordi nel non vedere di buon occhio gli effetti collaterali provocati dall'assunzione del farmaco.