Gli agenti della polizia francese hanno fermato all'aeroporto Charles De Gaulle un imprenditore italiano di origine padovana poco prima di prendere l'aereo. Sul soggetto è stato spiccato un mandato di arresto europeo finalizzato all'estradizione. Lui si chiama Juan Testa, ed è latitante da diverso tempo, in quanto condannato dalla giustizia italiana a 6 anni e 2 mesi di reclusione per le accuse, confermate in sede di giudizio definitivo, di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali.

Come si è verificata la sua cattura

La cattura di Testa è avvenuta grazie al progetto "Wanted 3", un protocollo promosso dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.

Questo progetto è finalizzato alla cattura di persone latitanti che sono state segnalate, in quanto ritenute potenzialmente pericolose. Un fermo di polizia che è stato il risultato di una complessa indagine investigativa effettuata in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Interpol), nonché dell'ausilio della Squadra Mobile della Questura di Padova. E l'ex commerciante padovano è caduto nella rete della giustizia in quanto ha voluto imboccare la scorciatoia della fuga invece di scontare interamente la sua pena detentiva comminata dai giudici a suo carico. Tutto risale a quando a Padova, dove Testa è stato proprietario di un esercizio commerciale che si occupava di vendita al dettaglio, ha abusato di una sua dipendente, tenendola segregata e procurandole delle lesioni fisiche. La ragazza è stata poi liberata, e il suo datore di lavoro è stato arrestato.

La sua vita dopo la fuga dall'Italia

Nel 2010 Testa, condannato per quel reato, è riuscito ad evadere dagli arresti domiciliari e si è rifugiato in seguito, dopo un lungo peregrinare nel continente asiatico, nell'isola di Taiwan. Li è stato in grado di ricostruirsi potenzialmente una nuova vita, ma la polizia italiana, che ha ricevuto nel frattempo la notizia della sua nuova residenza, ha monitorato attentamente un notevole flusso di denaro, partito dalla sua città, per arrivare in Estremo Oriente: sono i soldi che suoi genitori gli hanno inviato periodicamente per provvedere al suo sostentamento.

Gli investigatori hanno altresì scoperto che, prima di rifugiarsi in quel Paese ha vissuto per un periodo a Bishek, la capitale del Tagikistan.

Nella sua nuova residenza ha aperto nella città di Taoyuan una nuova attività riguardante l'organizzazione di eventi musicali e noleggio di attrezzatura professionale per concerti e feste private.

Una volta accertata la veridicità dei fatti, la Polizia di Stato ha contattato l'autorità giudiziaria taiwanese, che nel frattempo ha emanato nei suoi confronti un atto di espulsione, in quanto sottoposto a procedimento penale perché anche qui ha commesso dei reati. Infine è arrivata la cattura in Francia che ha posto termine alla sua latitanza durata ben 10 anni.