Maria Angela Corona era scomparsa dalla sua abitazione il 14 aprile scorso ed è stata ritrovata senza vita il 16 aprile. La quarantasettenne viveva a Bagheria, in provincia di Palermo, insieme al suo compagno. Quest'ultimo, non riuscendo a contattare la donna ha subito allertato la polizia, facendo la denuncia di scomparsa. Purtroppo il corpo della donna fu poi ritrovato dai carabinieri due giorni dopo la sparizione, presso la strada provinciale 16, che collega Bagheria a Casteldaccia. Il corpo di Maria Angela non era in ottime condizioni, al momento del ritrovamento, poiché si trovava tra le sterpaglie dilaniato, probabilmente, dal passaggio di alcuni animali selvatici, come i cinghiali.

Fin dall'inizio le indagini dei carabinieri si erano concentrate nell'ambito familiare e il 24 aprile sono scattati gli arresti per la nipote della vittima e i due sicari da lei assoldati.

I dettagli della vicenda

Le indagini dei carabinieri coordinate dal sostituto Daniele Di Maggio della procura di Termini Imerese avevano confermato già i primi giorni che Maria Angela aveva discusso più volte con i suoi familiari e che all'interno della sua famiglia le tensioni erano all'ordine del giorno. Secondo la ricostruzione dei magistrati, confermata in modo definitivo il 24 aprile, la nipote della vittima, Maria Francesca Castronovo, di 39 anni, avrebbe assoldato due sicari per uccidere la zia. Si tratterebbe, dunque, di un omicidio premeditato e non di un femminicidio, come si era ipotizzato inizialmente.

La trentanovenne, una volta posta sotto interrogatorio, ha confermato le ipotesi degli inquirenti e ha confessato il delitto, dichiarando di aver organizzato l'omicidio, perché spinta dall'esasperazione per i continui maltrattamenti ricevuti da parte della zia.

Le indagini

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Bagheria, l'omicidio di Maria Angela Corona è avvenuto il 14 aprile ed è stato commesso da due sicari: Toumani Soukouna maliano di 28 anni e Morel Diehi ivoriano di 23 anni, entrambi assoldati attraverso un versamento di denaro, dalla nipote della vittima, Maria Francesca Castronovo.

I due uomini hanno ucciso la donna, strangolandola, poi hanno gettato il suo corpo in un dirupo. La Castronovo prima dell'arresto era ricoverata presso il Centro grandi ustioni dell'ospedale Civico di Palermo, a causa di alcune ferite di secondo grado riportate sulle gambe. Ai medici la donna aveva dichiarato che le bruciature erano state causate da un incendio provocato alla sua auto, presso il cimitero di Bagheria.

In seguito i carabinieri, con l'ausilio dei vigili del fuoco, hanno accertato che il rogo indicato dalla donna era stato appiccato volontariamente. Dopo ulteriori accertamenti si è scoperto che la donna si era ustionata con dell'acqua bollente, lanciatale addosso dalla zia durante una lite.