È morto Alberto Carpani, storico deejay pavese noto con lo pseudonimo Albert One, celebre in tutto il mondo. L'artista, che aveva compiuto 64 anni lo scorso 23 aprile, era ricoverato presso l'Istituto Maugeri di Pavia per curare diverse patologie.
Solo due giorni fa, sui social Carpani aveva pubblicato una fotografia scattata in Ospedale dove, circondato dall'affetto del personale medico-sanitario, faceva il segno del pollice in su.
Il cordoglio sui social
Sui social network, non appena si è diffusa la notizia, è stato immediato il cordoglio di amici e fans di tutto il mondo.
Per molti è “un pezzo di storia che se ne va per sempre”, mentre un altro utente scrive: “sei stato il migliore di tutti, hai portato la tua Pavia e l’Italia in vetta alle classifiche radiofoniche!”. E ancora: “ci hai regalato bellissimi anni di musica, ora cantala lassù”, “un uomo di una gentilezza e buon cuore inavvicinabile. Il cantante rimarrà per sempre. L’amico ora non c’è più”, “un pezzo degli anni '80 ci ha lasciato”, “se ne va un pezzo importante della storia della dance”. “Grazie per tutta la tua musica, il tuo talento, la tua gentilezza e per gli incancellabili momenti. È stato un sogno averti conosciuto, davvero”, scrive invece un deejay messicano.
La fama internazionale
La prima soddisfazione discografica arriva nel 1982, grazie al brano "Yes-no family", scritto per lui da Enrico Ruggeri, ma è l'anno successivo che Albert One conosce il successo mondiale grazie al singolo “Turbo diesel”, che conquista i primi posti delle classifiche dance.
Nello stesso decennio e in quello successivo sono tantissimi i brani che fanno ballare gli amanti della pista: “Heart on fire”, “Lady O”, “Secrets” e “Sing a song now now” sono solo alcune delle sue hit. I suoi brani sono ancora amatissimi: solo nell'ultimo mese, sulla piattaforma di streaming digitale Spotify, l'artista aveva conquistato oltre 24.000 ascoltatori.
Oltre che deejay, Albert One è stato anche produttore discografico: ha prodotto brani per Raffaella Carrà, Lorella Cuccarini ed Heather Parisi.
Negli ultimi anni, tranne qualche ritorno sporadico nella discografia, si era dedicato alle esibizioni dal vivo: oltre ai dj set e all'attività da solista, con la AlbertOne Live Band riproponeva le sue grandi hit alternandole ad altri classici della dance e dell'italo-disco anni ottanta.
La vicenda giudiziaria con Zucchero
Nel 2014 fu protagonista di una vicenda giudiziaria che coinvolse anche Adelmo Fornaciari. Albert One, infatti, accusò il cantante Zucchero di plagio, sostenendo che la melodia del ritornello di “Quale senso abbiamo noi” (brano pubblicato il 1° novembre 2013 come singolo di traino per l'album dal vivo “Una rosa blanca”) fosse una copia del suo brano “Sunshine”, pubblicato una decina di anni prima. Il giudice ritenne le accuse infondate: nel marzo 2018 la vicenda si concluse con la completa assoluzione di Zucchero Fornaciari. Il Consulente Tecnico d'Ufficio affermò l'insussistenza del requisito d'originalità dell'opera musicale, trattandosi di un frammento del tutto comune e ampiamente sfruttato in ogni genere e ambito musicale.
Il Tribunale di Milano ritenne quindi non tutelabile il breve nucleo melodico, in quanto “banale e diffusissimo”. All'epoca dei fatti, Albert One riferì al "Giornale" che furono richieste due perizie ed entrambe confermarono il plagio.