Nella mattinata del 17 Maggio, alle ore 12:00, è stata arrestata la giornalista Lina Attalah, cofondatrice e direttrice di Mada Masr, una testata online indipendente attiva sul territorio egiziano. Quando le autorità l'hanno prelevata, si trovava alle porte del carcere di massima sicurezza di Tora, Cairo, dove stava intervistando Laila Soueif, madre dell’attivista e blogger Alaa Abd El Fattah.

La Attalah è stata tradotta alla stazione di polizia cairota di Maadi, in attesa di essere interrogata dalla procura. Le è stato confiscato il cellulare e le è stato impedito di contattare il proprio avvocato per spiegare i motivi dell’arresto.

Il rilascio è poi avvenuto su cauzione a mezzanotte inoltrata, con il pagamento di 2.000 sterline egiziane, pari a 117 euro.

A dare notizia della carcerazione e del rilascio è stata la stessa testata Mada Masr tramite il proprio portale di informazione su Twitter.

Il governo egiziano imbavaglia gli oppositori

Non è la prima volta che la Attalah e il "Mada Masr" finiscono sul mirino del governo egiziano di al-Sisi. Nel novembre 2019, l'editore di Mada Masr Shady Zalat era stato arrestato con le forze di sicurezza a fare irruzione negli uffici del sito Web il giorno seguente. Tre giornalisti di Mada furono arrestati, inclusa Lina Attalah, in seguito alla stesura di alcuni articoli investigativi su istituzioni governative egiziane, agenzie di intelligence, militari e presidenziali.

L'accesso al sito web della testata giornalista era già stato bloccato in Egitto a maggio 2017, rientrando fra gli oltre 500 siti Web attualmente non disponibili sugli ISP (internet server provider) nel paese. Il portale continua comunque con la sua attività di pubblicazione d all’estero grazie a Vpn e siti mirror.

D'altronde l’Egitto occupa il 166 esimo posto su 180 nella classifica di Reporter senza Frontiere che misura la libertà di stampa nei vari Stati del globo.

La sezione II Scorpion viola i diritti umani

Le repressioni, il divieto di protesta e la violazione dei diritti umani nella prigione di Tora, sezione II Scorpion, dove finiscono gli oppositori al regime di al-Sisi, non sono passate inosservate agli occhi del mondo. La situazione è attenzionata anche da Amnesty International e dall'Europa, con il commento di diversi politici italiani.

Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, Erasmo Palazzotto (@EPalazzotto) si è così espresso su Twitter:

"La giornalista #LinaAttalah, arrestata oggi in Egitto, è stata rilasciata su cauzione. Una bella notizia. Insufficiente. Ogni legittimo dissenso contro il regime non può essere silenziato con un arresto".