Un uomo della provincia di Bergamo è stato denunciato per estorsione nei confronti di un 40enne di Lanciano, in provincia di Chieti. La vittima ha versato denaro su una Postepay per evitare che venissero diffuse le sue foto intime dopo una chat a luci rosse. Dalle indagini è emerso che le somme sono state versate su di una carta intestata a un uomo di Bergamo e finivano in Costa D'Avorio. L'intestatario della carta adesso rischia anche l'incriminazione di riciclaggio.

Ricattato da una donna conosciuta su Facebook un 40enne di Lanciano

Un quarantenne di Lanciano è finito in una trappola di estorsioni dopo essere stato adescato da una donna su Facebook.

Dopo una breve conoscenza via chat a febbraio scorso, l'uomo aveva iniziato a scambiare delle confidenze sul web con la donna appena conosciuta. I due hanno avuto un paio di videochiamate intime e queste sono bastate per far partire una serie di ricatti.

"Se non paghi mando le foto delle tue parti intime ai tuoi contatti Facebook": queste sono state le parole che hanno costretto la vittima a versare delle somme su una carta Postepay. Quando il quarantenne si è reso conto di essere entrato in un tunnel da cui difficilmente sarebbe uscito senza alcun aiuto, si è rivolto alla polizia di Chieti. Gli uomini della squadra mobile hanno avviato le indagini per risalire alla fonte dei ricatti.

La polizia di Chieti ha trovato versamenti di 30mila euro da diverse vittime: denunciato 56enne di Bergamo

Grazie ai dati della Postepay su cui venivano versate le somme di denaro richieste, le forze dell'ordine sono arrivate all'intestatario, un uomo di 56 anni di Bergamo. L'indagato era già conosciuto agli inquirenti per reati analoghi commessi in passato.

Denunciato per estorsione dalla procura della Repubblica di Lanciano, il 56enne rischia anche di essere incriminato per riciclaggio. Le somme, infatti, venivano utilizzate ad Abidjan, in Costa d'Avorio. Sulla carta prepagata, in soli quattro mesi sono stati versati circa 30 mila euro in totale, provenienti da diverse vittime, molte della provincia di Chieti.

Ulteriori pagamenti risultano anche da altre province italiane, ma non tutte le vittime hanno voluto denunciare le estorsioni subite.

La vittima adescata sui social e invitata a una videochiamata

La pratica criminale denominata "sextortion" è molto diffusa e segue degli schemi che si ripetono sempre nello stesso modo. La vittima, ignara della truffa, acconsente di comunicare in videochiamata con delle donne avvenenti che usano Facebook per contattarla. Una volta ottenuti video e foto intime, cominciano i ricatti.

Alla vittima viene chiesto del denaro per evitare la diffusione dei dati a parenti e amici, facendo leva sull'intimità della persona, costretta a cedere a causa delle continue minacce.

La questura raccomanda agli utenti web di non condividere con sconosciuti dati personali per evitare di ritrovarsi nella trappola di "sextortion" o di rivolgersi immediatamente alle forze dell'ordine se dovessero ritrovarsi di fronte a delle richieste sospette.