Il Coronavirus continua a far paura nel resto del mondo. In tutto il pianeta i morti dallo scorso dicembre sono oltre 556.000 e complessivamente sono più di 12,3 milioni i contagiati. Nonostante in Italia si sia registrato un lieve aumento del numero dei positivi i numeri restano confortanti. Gli esperti invitano a non abbassare la guardia. Ospite di In Onda il professor Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, è convinto che nel nostro Paese la forma grave del virus non esista. Esistono importanti differenze tra il coronavirus per come si presenta ora e per come si presenta negli Stati Uniti, in cui secondo l'ultimo bollettino il numero dei decessi sale vertiginosamente fino a 133.195.

Coronavirus, i dati in Italia e nel mondo

Per combattere il coronavirus l'Italia ha adottato misure severe e ha scelto la via della prudenza verso 13 paesi a rischio. Il ministro della Salute Speranza ha deciso di vietare il transito e l'arrivo in Italia a tutti i passeggeri provenienti da Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia, Cile, Kuwait, Macedonia, Moldavia, Oman, Panama, Perù e Repubblica Dominicana. Tutti i voli (diretti o indiretti) da e per questi paesi dunque sono sospesi.

Secondo l'ultimo bollettino del Ministero della Salute nel nostro Paese sono 193 i nuovi positivi al coronavirus. Rispetto all'altro ieri il numero di vittime sale di 15 unità. Attualmente le persone che sono ricoverate in terapia intensiva per la Covid-19 sono 71, mentre negli alti reparti 899.

Nelle ultime 24 ore le persone che si sono sottoposte al tampone sono state 28.679. Numeri che senza dubbio appaiono confortanti. Secondo il professor Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, il virus nel nostro Paese non preoccupa e non ha la stessa carica virale come negli altri paesi.

Zangrillo rassicura sul coronavirus

Alberto Zangrillo rassicura sul virus così com'è oggi in Italia. Esistono fasi diverse e sicuramente il tasso di contagio presente negli Stati Uniti è elevatissimo proprio perché non sono state adottate le regole ferree come nel nostro Paese. "La realtà italiana è differente dalla realtà americana".

Il primario è convinto che "se ne stiamo uscendo in questo modo lo si deve al fatto che abbiamo rispettato il lockdown come in nessuno altro stato. La malattia non è più la stessa".

Dati alla mano Zangrillo legge con ottimismo i dati sul tasso dei contagi per il coronavirus: "In questo momento, e sono passati quasi due mesi dal 31 maggio, posso confermare che l'interazione tra il virus e l'ospite in Italia non è in grado di produrre quella malattia che io ho visto in prima persona con tutti i miei collaboratori. So benissimo che cosa vuol dire il manifestarsi della forma grave. In questo momento in Italia la forma grave non esiste".