I fatti risalgono alla notte tra il 5 e il 6 agosto 2016 quando, nel rione Iacp - ex Gescal, quartiere di case popolari del comune di Cicciano, piccolo centro abitato in provincia di Napoli, Vincenzo De Martino, all'epoca della vicenda 45 anni di età, affetto da una grave forma di cardiopatia, morì a seguito di un malore dovuto alla colluttazione avuta per futili motivi con dei residenti nel rione.

Per il decesso dell'uomo furono indagate dalla procura della Repubblica, presso il tribunale di Nola, quattro persone, accusate del reato penale di omicidio preterintenzionale.

Oggi, venerdì 10 luglio, come scrive la testata giornalistica Il Mattino, è arrivata l'assoluzione di tutti e quattro gli imputati da parte della terza sezione penale della Corte d'Assise di Napoli, presieduta dalla dottoressa Lucia La Posta.

Il racconto dei fatti e le indagini

Le indagini dei militari dell'arma dei carabinieri di Cicciano, all'epoca dei fatti guidati dal comandante di stazione, maresciallo capo Giuseppe Giudice, si concentrarono fin da subito su una banale lite condominiale, avvenuta poche ore prima tra De Martino, i suoi familiari e alcuni vicini di casa. Si trattava di Franco Gradito, sua moglie Silvia De Angelis (difesi dagli avvocati Walter Mancuso e Luigi Travaglino) e la sorella di lei Lidia De Angelis.

A loro si è aggiunta una loro amica, Assunta Fiorillo, tutti con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Nonostante ci sia stata una richiesta di archiviazione da parte del Pubblico ministero, le indagini successive portarono all'imputazione coatta degli imputati.

L'assoluzione degli imputati

Il processo si è celebrato dinanzi alla terza sezione della Corte di Assise di Napoli.

I congiunti della vittima si sono costituiti parte civile e hanno ricostruito i fatti avvenuti nella tragica notte del 5 agosto di quattro anni fa. In realtà, il Pubblico ministero e i difensori degli imputati avrebbero contestato perché inattendibile e inverosimile la ricostruzione del fatto operata dai parenti di De Martino.

È risultata decisiva la consulenza tecnica del Pubblico ministero, in quanto il medico legale, il dottor Antonio Cavezza, a seguito dell’esame autoptico eseguito sulla salma nel policlinico di Napoli, concluse che la morte di Vincenzo De Martino era dovuta a cause naturali, legate alla sua pregressa patologia coronarica. E quindi non c'è alcun nesso tra il decesso e la lite avvenuta un’ora prima con la famiglia Gradito-De Angelis.