Maria Rita Gismondo torna a firmare la rubrica Antivirus su Il Fatto Quotidiano. La nota virologa ha manifestato perplessità sulla confusione che si starebbe facendo nel descrivere la situazione attuale. La direttrice della Microbiologia del Sacco di Milano ha messo in evidenza come persino alcuni esperti facciano una certa confusione nell'utilizzo dei termini. Le conseguenze sono dei potenziali 'misundestanding' che rischiano di alimentare confusione in quanti cercano di capire davvero cosa stia accadendo.

Gismondo chiede chiarezza ai colleghi

Maria Rita Gismondo manifesta quasi insofferenza: ad esempio ritiene inspiegabile che ancora oggi si arrivi ad utilizzare come se fossero la stessa cosa le parole Sars-cov-2 e Covid.

Il primo è, in realtà, il virus, la seconda è la patologia. L'invito alla chiarezza da parte della scienziata si arricchisce anche di una puntualizzazione relativa ai test sierologici. Si tratta di mezzi diagnostici che non portano all'eventuale identificazione del virus nei soggetti sottoposti, ma unicamente l'eventuale contatto con esso in tempi più o meno recenti. L'altra criticità emergente e perdurante è la confusione esistente attorno al termine "positivo". Un concetto che va chiarito, visto che ogni giorno viene diramato dalla Protezione Civile un bollettino che racconta l'andamento dei casi.

Coronavirus: patologia diversa da infezione

Positivo è la parola con cui sommariamente si indicano coloro i quali vengono sottoposti a tampone rinofaringeo il cui esito si rivela positivo.

Il rischio che si corre è che si individui come malato chiunque venga ascritto alla categoria in questione. "Da sempre - scrive la Gismondo - i libri di infettivologia ci hanno insegnato che esiste una differenza sostanziale tra infezione (presenza del virus) e patologia infettiva". Il concetto che si vuole porre all'attenzione dei lettori è che non sempre chi presenta tracce di Sars-cov-2 è malato di Covid.

Si spiegherebbe così il mancato azzeramento dei casi affiancato allo svuotamento dei posti di terapia intensiva e dei pazienti con il virus ricoverati. "Oggi - puntualizza - la malattia è quasi del tutto scomparsa", riferendosi all'Italia, anche sei i contagi stanno aumentando da tre giorni consecutivi. Una tesi, quella di Maria Rota Gismondo, che troverebbe riscontro nel fatto che le cure sperimentali hanno visto le loro sperimentazioni interrotte per mancanza di persone affette dalla patologia su cui testarle. "Comincio a pensare - scrive la virologa - che qualcuno voglia sguazzare nell'equivoco" chiosa Maria Rita Gismondo.