Sono dieci le persone che hanno contratto la febbre del Nilo, attualmente ricoverate presso l'ospedale Maggiore di Lodi. Si tratta di pazienti di età compresa tra 49 e 79 anni. Tutti presentano sintomi diversi tra loro e per questo motivo vengono ospitati in reparti differenti, tra cui Neurologia e Medicina. La febbre del Nilo (o West Nile Disease) causa sintomi quali febbre, vomito, nausea e sfoghi cutanei.

Angelo Regazzetti: 'Non esiste un farmaco per questa malattia'

Il primario dell'ospedale Maggiore Angelo Regazzetti ha spiegato che per questa malattia, al momento, non esiste un farmaco o un vaccino.

Per questo motivo è molto importante la prevenzione, che si può attuare con la disinfestazione delle zanzare comuni autoctone del genere "culex pipiens". Il professore ha spiegato che in Italia sono circa 50 le persone che ogni anno contraggono la febbre del Nilo. Nella maggior parte dei casi i pazienti sono asintomatici, ma in un caso su 150 solitamente si manifesta una malattia neurologica come la mielite (un'infiammazione del midollo spinale), l'encefalite o le polineuriti. Regazzetti informa che tra i dieci pazienti ricoverati a Lodi uno è affetto da mielite. Le condizioni di questa persona sarebbero in via di miglioramento. Un altro paziente ha invece contratto la meningite. Le autorità sanitarie tengono comunque sotto costante controllo la situazione nel nostro Paese, dove sin dal 2013 è stata attivata una sorveglianza mirata a individuare i casi di febbre del Nilo.

Le raccomandazioni della Asl di Lodi e dall'Ats metropolitana

L'Asl di Lodi e l'Ats (l'Agenzia di tutela della Salute, ndr) metropolitana, da svariati anni, prescrivono ai comuni diverse disinfestazioni delle zanzare. Come ha specificato Regazzetti, a partire dal mese di luglio fino a settembre inoltrato possono verificarsi casi di febbre del Nilo, soprattutto a causa delle condizioni climatiche presenti nella Pianura Padana.

I primi sintomi possono comparire anche due giorni dopo il contagio, ma il periodo d'incubazione della malattia può arrivare fino ai 21 giorni.

La dottoressa Maria Chiara Cerri, del reparto Infettivi del nosocomio lodigiano, ha spiegato che i pazienti vengono ricoverati in reparti diversi in base ai sintomi che mostrano al momento dell'arrivo in ospedale. Tali sintomi spaziano dai semplici dolori muscolari, fino a una febbre alta e persistente o a gravi sintomi a livello neurologico.