Un uomo di 48 anni è stato condannato a 19 anni di reclusione in primo grado dal Tribunale di Lodi, al termine del processo che lo vedeva imputato per gli abusi compiuti su tre vicine di casa minorenni. Si tratta di uno dei verdetti più pesanti mai emessi contro un pedofilo. L’uomo avrebbe avvicinato le sue vittime – ragazzine tra i 10 e i 13 anni alle quali i genitori avevano già dato un telefonino – utilizzando un profilo falso su WhatsApp di una loro fantomatica coetanea chiamata Giulia; quindi iniziava a scambiare immagini innocue, come quelle di gattini, per conquistarsi la fiducia delle piccole.

Poi però - col passare del tempo - cambiava il tenore dei suoi messaggi, trasformandosi in "Giulia la malvagia”, una figura diabolica capace di terrorizzare le ragazzine e indurle a compiere tutto quello che voleva.

Lo stratagemma escogitato per circuire le minorenni

Dietro “Giulia la malvagia” si nascondeva un vicino di casa delle famiglie delle piccole vittime: questo personaggio fittizio per tre anni – dal 2015 al 2018 – è riuscito a mettere le minorenni in uno stato di completa soggezione, minacciandole di arrivare a uccidere i loro genitori se non avessero obbedito a una lunga serie di ordini. Le ragazzine, terrorizzate, rispettavano le volontà di quella misteriosa bambina che diceva di avere poteri magici.

Così le tre sono state obbligate a recarsi nell'abitazione del vicino e di sottostare ai suoi abusi: la residenza era disseminata di telecamere che hanno ripreso tutte le violenze. Ma non basta: le vittime dovevano anche filmarsi da sole senza vestiti e inviargli i video.

L’arresto per i filmati con le minorenni

L’uomo era stato arrestato 16 mesi fa su disposizione della pm Alessia Menegazzo, proprio in seguito alla produzione e diffusione del materiale a luci rosse con minorenni.

Ma l’inchiesta era partita dalla denuncia di una maestra, che aveva ricevuto le confidenze di una delle ragazzine. Dopo lunghe indagini è venuta alla luce l’intera tragica storia: il processo si è svolto presso il Tribunale di Lodi, dove i giudici hanno inasprito la richiesta della pm per una pena di 17 anni, condannando l’imputato, fino ad oggi incensurato, a 19 anni di reclusione e a pagare i danni alle parti civili, i familiari delle vittime, per un importo pari a 100mila euro.

Infatti gli sono stati riconosciuti i reati di violenza carnale su minori, sostituzione di persona e produzione di materiale a carattere pedopornografico. Una condanna pesante, visto che – come riporta una ricerca universitaria del 2016, che ha raccolto 110 sentenze definitive per reati di violenza su minorenni – in media la pena inflitta in questi casi è pari a sei anni e tre mesi.

La reazione dei difensori del 48enne condannato per gli abusi sulle minorenni

Al termine del processo ha parlato anche il legale dell’imputato che si è detto stupito da una condanna così pesante. Secondo l’avvocato, il suo assistito soffre di seri problemi psicologici, tanto da risultare incompatibile con il regime carcerario, essendo affetto da diverse fobie.

Quindi la difesa ha già annunciato il ricorso in appello, pur riconoscendo la fondatezza nel merito della sentenza, basandosi anche sull’impressione, non riscontrata dai giudici di primo grado, che le ragazzine fossero consapevoli che “Giulia la malvagia” fosse in realtà un personaggio di fantasia inventato da un adulto.