Un portavoce del governo del Mali ha annunciato la liberazione del missionario italiano padre Pierluigi Maccalli rapito due anni fa in Niger, molto probabilmente da gruppi fondamentalisti islamici legati ad Al Qaeda. Insieme a lui è stato liberato l'ingegnere industriale campano Nicola Chiacchio, la cooperante francese Sophie Pétronin e l'ex ministro maliano Soumaila Cisse.

Padre Maccalli, della diocesi di Crema, fu rapito nella notte tra il 17 e il 18 settembre 2018 in una missione a circa 150 km dalla capitale nigerina Niamey. Chiacchio, invece, era caduto in mano ai rapitori mentre si trovava in Africa per turismo.

La settantacinquenne francese Sophie Petronin dirigeva un'organizzazione umanitaria a favore dell'infanzia ed era stata rapita quasi quattro anni fa (Natale 2016). Soumalia Cissé, già ministro delle Finanze, era stato invece sequestrato il 26 maggio scorso mentre era impegnato nella campagna elettorale nei dintorni regione di Timbuctu.

In un video dell'aprile scorso i due italiani apparivano vestiti in abiti tradizionale del Mali ma ancora vivi

L'ultimo documento attestante l'esistenza in vita di Maccalli e Chiaccio era un video di 24 secondi pervenuto l'aprile scorso al quotidiano L'Avvenire. Entrambi apparivano dimagriti, con la barba lunga e vestiti secondo la tradizione locale. Fu Maccalli a parlare nel video esprimendosi in lingua francese.

Dopo aver rassicurato brevemente sul suo stato di salute, aveva precisato la propria nazionalità. Altrettanto aveva fatto Nicola Chiacchio, dopo aver pronunciato le sue generalità.

Padre Maccalli, è nato a Crema nel 1961 e, dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1985, è entrato nella Società delle Missioni Africane (Sma).

E' stato prima missionario in Costa d'Avorio e poi nella parrocchia di Bomoanga in Niger, dal 2007. Oltre all'evangelizzazione del popolo gurmancé, Maccalli ha prestato la sua attività nella costruzione di scuole rurali, ambulatori medici e nello scavo di pozzi nei vari villaggi. Si è speso inoltre per contrastare le cruente pratiche della circoncisione maschile e dell'infibulazione femminile.

Per la sua liberazione, la fondazione pontificia 'Aiuto alla Chiesa che soffre' ha sempre tenuto alta l’attenzione dei mass media. Non sono comunque mancate, in questi due anni, le preghiere della comunità cristiana e delle varie missioni apostoliche.

Scarne le notizie fornite dal governo del Mali sulle modalità della liberazione

Più arduo è riuscire a capire le modalità con le quali si è giunti alla liberazione degli ostaggi. Il comunicato ufficiale del Ministero degli Affari Esteri elogia il contributo reso dal personale della Farnesina, con la sua “professionalità, le capacità operative e di relazione dell’intelligence”. Evidenzia, inoltre “l’eccellente opera investigativa dell’Autorità giudiziaria italiana” e ringrazia le autorità maliane.

Quest'ultime, invece, non hanno fornito alcuna informazione sulla dinamica della liberazione degli ostaggi. Si sarebbe trattato di una contropartita per il rilascio di numerosi terroristi detenuti nelle carceri di Bamako. A tale rilascio si sarebbe giunti dopo un'estenuante trattativa Politica, a cui potrebbero aver partecipato l'intelligence della Farnesina e le autorità citate dal comunicato del Ministero degli Esteri.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha comunque espresso “enorme sollievo” per l'esito positivo della vicenda. Il rientro dei due italiani in patria dovrebbe avvenire nel pomeriggio.