Il direttore di Malattie infettive del Sacco di Milano Massimo Galli è intervenuto il 10 novembre nel programma Cartabianca condotto da Bianca Berlinguer su Rai 3, per fare il punto sulla seconda ondata di Coronavirus in Italia. "Anche nella migliore delle ipotesi non possiamo trasformare il prossimo Natale nel Ferragosto scorso - ha dichiarato il professore - Scordiamoci i grandi cenoni con le famiglie allargate".

Rischio completo di lockdown totale il 15 novembre

"Mi auguro di no, ma temo ovviamente di - ha asserito l'infettivologo sull'ipotesi di una chiusura generalizzata a partire da domenica - Il tentativo di ridurre il più possibile i danni, articolando per regioni le modalità di limitazioni dell'ulteriore diffusione del virus è un tentativo importante e credo che vada considerato e sostenuto, ma non so se ci possa portare ad un risultato concreto".

Galli sostiene infatti che soltanto il lockdown generalizzato sarebbe efficace mostrandosi preoccupato per le conseguenze di un ipotetico "mancato risultato" dei provvedimenti attuali. "Siamo tra coloro che son sospesi", ha ribadito.

Galli sull'allarme del presidente della Federazione dell'ordine dei medici

"È vero che se non ci sarà un lockdown generalizzato il nostro Paese è destinato a non reggere?", ha chiesto la presentatrice Berlinguer al docente.

"In febbraio ci siamo svegliati una mattina, quella del 21, che avevamo già migliaia e migliaia di casi e non ce c'eravamo minimamente accorti - ha spiegato Massimo Galli - Questi casi erano concentrati soprattutto in alcune aree del nord del Paese, della Lombardia e zone vicine".

Secondo Galli adesso la situazione è diversa, perché l'infezione si sarebbe diffusa "a macchia di leopardo" in tutto il Paese. "Credo che l'orientamento dei presidenti dell'ordine dei medici, sia stato dettato soprattutto dal timore dell'inadeguatezza del sistema sanitario a livello nazionale a poter reggere all'impatto, ove non si vada rapidamente a limitarne l'ulteriore portata".

Secondo Galli, la scelta Politica di cercare di "articolare gli interventi per zone" ha senso e da questo potremmo trarre dei benefici, ma in alcuni territori riuscirebbe soltanto a "rallentare" i contagi. "Ci stiamo giocando una partita molto complicata", ha sottolineato l'infettivologo.

Galli riporta il caso visoni in Danimarca

L'infettivologo nel suo intervento al 'Global Health - Festival della Salute Globale' ha trattato anche della trasmissione del virus dall'uomo agli animali, portando alla luce la questione dei visoni danesi. Questi ultimi sarebbero stati contagiati accidentalmente dai propri allevatori e poi avrebbero ritrasmesso il coronavirus all'essere umano, differentemente dagli animali domestici che, com'è stato dimostrato da diversi studi, non costituiscono un pericolo per l'uomo. Secondo il professore, c'è dunque la possibilità che il sistema immunitario di questi visoni "selezioni nuovi mutanti" e che questo finisca per diventare "un ulteriore problema di cui non avremo bisogno".