La pandemia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2 continua a colpire in maniera importante la penisola, per questo le autorità si dicono preoccupate per la situazione epidemiologica in corso nella nazione. Sulla vicenda è intervenuto anche Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe, nonché membro del Comitato Tecnico Scientifico. L'esperto è stato ascoltato in audizione alla Commissione Sanità del Senato spiegando che la "seconda ondata è peggiore di quella di marzo". L'agenzia Ansa ha pubblicato in un video le dichiarazioni di Cartabellotta, che ha riferito come gli operatori sanitari in questo particolare momento siano demotivati il tutto mentre le istituzioni litigano tra di loro sulle misure da adottare per contenere il contagio.
Cartabellotta: 'Il Dpcm arriva troppo tardi'
Secondo Cartabellota, quindi, il nuovo Dpcm varato dal Governo nella giornata di ieri 4 novembre arriva troppo tardi. Il presidente della Fondazione Gimbe riferisce che di fronte abbiamo "4-5 mesi di autunno - inverno" ed è proprio per questa ragione che i servizi sanitari non hanno ancora sperimentato il sovraccarico di lavoro portato anche dall'influenza stagionale. Il medico ha informato le autorità che solo il lockdown totale di tutto il Paese è in grado fermare efficacemente i contagi, in quanto la strategia dei Dpcm emanati con cadenza settimanale non riuscirà a far fronte all'avanzata del virus su tutto il territorio nazionale. Cartebellotta crede che così facendo il nostro Paese possa arrivare presto ad un nuovo blocco generalizzato, perché "non riusciamo a percepire quelli che sono gli effetti delle misure introdotte a inseguire il virus".
Nella seconda ondata coinvolto il Centro-Sud
Nino Cartabellotta ha spiegato inoltre che la situazione è molto diversa rispetto alla scorsa primavera perché durante questa seconda ondata, che era comunque stata prevista dalle autorità sanitarie, viene coinvolto anche il Centro-Sud, che secondo il medico avrebbe le strutture sanitarie più fragili della Penisola.
Il medico pensa che i rapporti tra Governo centrale ed enti locali siano improntati ad un'eccessiva disorganizzazione, per questo i provvedimenti vengono presi in ritardo.Da domani 6 novembre su tutto il territorio nazionale verranno introdotte nuove misure restrittive, così come stabilito dal nuovo Dpcm firmato ieri 4 novembre dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
Come noto l'Italia sarà divisa in tre fasce di rischio indicate con i colori rosso, arancione e giallo. Nelle zone rosse (Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria) ci sarà di nuovo un lockdown simile a quello della scorsa primavera.