"Il mostro non si arrende e si manifesta ancora con tutte le sue peggiori armi". L'incipit con cui Maria Rita Gismondo apre l'articolo della sua rubrica Antivirus segnala in maniera inequivocabile come la partita contro il Coronavirus sia, per la scienza, ancora tutta da giocare. Un orizzonte non nuovo se si considera che spesso gli esperti hanno sottolineato di essere di fronte ad un fenomeno mai visto prima e occorre essere prudenti. Anche a pochi giorni dall'annuncio della presenza di un vaccino che ha fatto esultare tanti. Lo si evince anche dal fatto che a esprimere il pensiero sia una come la direttrice della Microbiologia del Sacco di Milano, spesso distante dalle posizioni più allarmiste.
La nota virologa ha segnalato come l'attesa mutazione del Sars-Cov2, dopo diversi mesi di stasi si sarebbe palesata in un modo che non ci si attendeva
Coronavirus: Sars-Cov2 ci sono mutazioni, preoccupa quella sui visoni
Maria Rita Gismondo ha specificato come le ultime ricerche avrebbero evidenziato la presenza di cinque varianti del virus. Non si ha contezza certa di quelli che potrebbero essere gli effetti dei cambiamenti. Tuttavia, la virologa è chiara sulle mutazioni: "Certamente i virus che le presentano non sono affatto più deboli". Non si è perciò concretizzato lo scenario auspicato secondo cui, sull'onda di alcuni precedenti conosciuti dalla Virologia, i cambiamenti strutturali del coronavirus avrebbero potuto rendere il fenomeno pandemico meno aggressivo e condurlo gradualmente verso l'estinzione.
A giudicare dalle parole della scienziata è avvenuto l'esatto contrario.
L'altra notizia non incoraggiante arriva dal Belgio. Maria Rita Gismondo segnala, infatti, sarebbe stata osservata un'altra variante del virus su circa un migliaio di visoni. Decine di mammiferi avrebbero subito l'infezione e decine di questi sarebbero già stati esportati, alcuni verso l'Italia.
Secondo quanto si legge nell'articolo della scienziata la verifica dela mutazione avrebbe generato una capacità di diffusione rapida ed avrebbe acquisito la capacità di andare ad infettare gli esponenti del genere umano.
La caratteristica di saltare la specie in maniera così facile viene segnalata come un evento unico, ma l'aggressività sarebbe ancora tutta da verificare.
"Questo nuovo mostro - prosegue la dottoressa Gismondo - potrebbe vanificare terapie e profilassi che sono in studio".
Covid: se mutazione nel target del virus, studi tutti da rivedere
Una notizia non bella se si considera i progressi di cui si sente parlare in relazione agli anticorpi monoclonali e ai vaccini.
Tutti sanno che è notizia di pochi giorni fa il fatto ci sia già sul piede di rilascio un vaccino la cui efficacia è stata valutata al 90%.
Tutte queste sperimentazioni si basano ovviamente su una precisa parte della sequenza del virus, a cui si oppongono gli antagonisti organici messi in campo dalla scienza. Eventuali variazioni, però, nella composizione del virus potrebbero determinare la mancanza del presupposto fondamentale affinché questi funzionino.
"Se la (o le) - scrive la Gismondo - mutazione (i) dovesse(ro) risultare localizzata(e) proprio nella parte di virus utilizzata come target del vaccino, gli studi e le prove fatte fino ad oggi sarebbero da cestinare, così come le terapie immunologiche".
Una notazione quella della scienziata che non ha riscontro solo scientifico, ma è destinata a destare preoccupazione per tutti gli effetti che il Sars-Cov2 sta generando a livello sociale ed economico. E, come lei stessa conclude, quanto descritto equivale alla concretizzazione di un rischio che oggi potrebbe generare maggiore fatica nel mantenere ottimismo.