Non ci sarà un nuovo Dpcm il prossimo 15 novembre. Lo si evince dalle indiscrezioni giornalistiche relative a quello che sarà il modus operandi del governo in relazione all'acuirsi dell'emergenza Coronavirus. Occorre, però, fare ordine rispetto a quelli che potrebbero essere i prossimi provvedimenti che dovrebbero praticamente far sparire o quasi il giallo dalla cartina dell'Italia, divisa in base ai livelli epidemiologici generata dal Dpcm in vigore dal 6 novembre. Tradotto in termini più pratici: il livello delle restrizioni sarà alzato per effetto della diffusione a macchia d'olio delle norme più stringenti.

Per Repubblica 13 e 17 novembre date da cerchiare in rosso

Repubblica, in particolare, segnala come venerdì 13 novembre potrebbero arrivare nuove ordinanze da parte del Ministero della Sanità .Il giallo, inteso come quello delle zone al livello di rischio epidemiologico, sarebbe destinato a sparire. L'altra data da tenere presente sarebbe quella del 17 novembre. Quello che potrebbe essere il momento in cui si deciderà, in estrema ratio, di estendere la zona rossa a tutto il territorio nazionale. Persino la scuola potrebbe, perciò, essere interessata da nuovi provvedimenti a partire dalla didattica a distanza anche per le scuole medie.

Nuove aree arancioni e rosse, ma non solo

I territori che si aggiungeranno quelle già in zona arancione dovrebbero essere Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

A tenere banco c'è anche il caso Campania. Rispetto ai 21 indicatori che determinano la classificazione di rischio di ciascuna regione, il territorio al momento non è finito nella catalogazione degli scenari peggiori. Si attendono i nuovi dati, sulla base del fatto che amministratori come il Sindaco di Napoli segnalano situazioni drammatiche rispetto alla pressione sui servizi straordinari.

"Difficile - scrive Repubblica - che la Regione sfugga alla stretta, probabile che diventi zona rossa. O meglio che lo diventi quantomeno l'area di Napaoli e Caserta, con quest'ultima che presenta parametri peggiori anche del capoluogo".

L'eventuale serrata delle zone citate ricadrebbe in possibili interventi su aree ristrette rispetto a regioni intere.

Si inquadrerebbe, perciò, in un'altra linea guida che viene indicata dal Corriere della Sera per il modus operandi del governo. Per evitare un nuovo Dpcm (Conte non vorrebbe firmarne uno a settimana) ci sarebbero, da parte del governo, pressioni su sindaci e amministratori affinché vengano chiuse aree dove si creano assembramenti dovuti al passeggio.

Prossimi giorni cruciali

Tra le idee segnalate dal quotidiano c'è anche quella che, per effetto di ordinanze e disposizioni, si possa arrivare già per questo fine settimana ad un lockdown leggero senza nuovo Dcpm. A scandirlo sarebbero le ordinanze del Ministero della Sanità e degli amministratori locali. In tal modo si darebbe la possibilità a fabbriche, imprese e professionisti di andare avanti.

Finirebbero, però, per chiudere bar e ristoranti (da valutare asporto e consegna come nelle attuali zone rosse) e si andrebbe alla chiusura di alcuni esercizi commerciali rimasti aperti anche nelle aree attualmente con il maggior livello di rischio. Si punta, soprattutto nel weekend, a far restare aperti solo alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai.

Dunque secondo i due quotidiani non ci sarà un nuovo Dpcm, ma il 15 novembre resta la data cruciale. E tra l'altro si incastra perfettamente tra il 13, quando potrebbero essere decretate nuove zone rosse o arancioni, ed il 15 quando si potrebbe arrivare ad un'Italia totalmente rossa.