Sono iniziate nel Regno Unito le prime somministrazioni del vaccino contro la Covid-19, e presto cominceranno anche negli altri Paesi, ma la reazione non è stata di univoco sollievo da parte della popolazione mondiale. Da mesi circolano infatti sui social network teorie complottiste, che spaziano dalla presenza di microchip all'interno del vaccino a esperimenti effettuati su soggetti non consenzienti, e il dibattito è spesso violento e basato non sull'evidenza scientifica ma su pregiudizi e prese di posizione. Facebook ha deciso di intervenire d'autorità nel dibattito.

Linea dura contro le fake news sui vaccini

Facebook ha recentemente annunciato un nuovo giro di vite contro le fake news inerenti al vaccino per la Covid-19 [VIDEO] prodotto dalla Pfizer/BioNTech: con l’applicazione di queste nuove regole, tutti i contenuti che includono affermazioni false su “sicurezza, efficacia, ingredienti o effetti collaterali” dei vaccini verranno interamente rimossi dopo aver ricevuto la smentita dalla comunità scientifica. Si tratta di una politica destinata a durare nel tempo, e le linee guida su quali contenuti sia lecito cancellare verranno regolarmente aggiornate basandosi sulle affermazioni delle autorità di salute pubblica. Si tratta di una policy aziendale molto più restrittiva di quella solitamente utilizzata con le notizie false legate ad altri campi, ed è l’arma più potente utilizzata da Facebook per impedire che la piattaforma venga utilizzata per promuovere la retorica anti-vaccini; la ragione di tale durezza è dovuta al fatto che la disinformazione sul vaccino, come annunciato da un portavoce dell’azienda, “potrebbe portare a un danno fisico immediato”.

Facebook e il movimento anti-vaccini

È dal 2018 che Facebook si è trovata costretta a confrontarsi con il tema dell’anti-vaccinazione, ampiamente diffuso proprio tramite gruppi, post, pagine e pubblicità sul social network; nel luglio di quell’anno è stata approvata la prima policy aziendale di rimozione di tutte le notizie false, quali appunto quelle sui vaccini, che potessero portare a danni fisici, ma la regola è stata applicata debolmente, e solo sulle affermazioni palesemente false riguardanti specifici vaccini o programmi di vaccinazione.

Con il tempo, però, la morsa si è stretta sempre più, e l’anno successivo si è arrivati al divieto di promuovere su Facebook pubblicità che includessero bufale sui vaccini, e all’annuncio ufficiale di una massiccia operazione di rimozione dei gruppi e delle pagine che diffondevano disinformazione anti-vaccini.

La vera svolta è arrivata con la pandemia di Coronavirus, dal momento che dallo scorso marzo sono stati cancellati milioni di contenuti diversi, e il mese scorso Facebook ha compiuto un ulteriore passo avanti, proibendo tutte le pubblicità che incoraggiano la gente a rifiutare il vaccino.

Al momento, sono infatti consentiti solo i banner che si oppongono alla vaccinazione da un punto di vista puramente politico, come ad esempio una campagna contro le leggi che promuovono l'obbligatorietà della vaccinazione.

Le reazioni

L'opinione pubblica ha reagito in modo variegato a questa notizia, dividendosi sostanzialmente tra coloro che sostengono le decisioni del colosso dell'informazione e coloro che, invece, vedono in questa decisione un pericoloso attacco alla libertà di espressione del singolo e una deriva autoritaria verso la censura. Un precedente simile si era verificato quando, nel settembre 2019, Facebook aveva deciso di oscurare le pagine di dirigenti e militanti di Casapound e Forza Nuova affermando che "qui [sui social network, ndr] non c'è spazio per l'odio".

Anche allora, in molti si erano schierati in favore della libertà di espressione indipendentemente dai contenuti. Nella situazione attuale, tuttavia, i sostenitori della decisione di Zuckenberg evidenziano come la scienza non si componga di opinioni, ma di fatti, e che le voci contrarie, se prive di validi argomenti a sostegno, si possano "oggettivamente" bollare come sbagliate o, nei casi più gravi, palesemente false.