Non ci sono più dubbi: è morta per strangolamento Laura Perselli, la mamma di Benno Neumair, sparita nel nulla insieme al marito Peter lo scorso 4 gennaio a Bolzano. Il corpo della donna era stato ripescato il 6 febbraio nel fiume Adige, all’altezza di Laghetti di Egna: l’autopsia è stata effettuata sabato 13 febbraio, su incarico della procura locale che coordina l’inchiesta, dal medico legale Dario Ragniero insieme all’anatomopatologo Eduard Egarter Vigl, scelto dalla difesa di Benno. Il giovane, secondo gli inquirenti, sarebbe responsabile del duplice omicidio e di aver occultato i resti delle vittime, gettandoli in acqua.
Grazie ai risultati completi dell’esame sulle spoglie e agli ultimi accertamenti effettuati in queste ore, si spera di poter ricostruire meglio quanto è avvenuto il giorno della sparizione dei coniugi Neumar. Nel frattempo Benno resta in carcere, da dove continua a dichiararsi innocente, mentre si sono risolte in un nulla di fatto le ultime ricerche dei resti del padre del giovane nell’Adige.
I risultati dell’autopsia sui resti della madre di Benno
L’autopsia ha confermato che Laura Perselli è stata ammazzata; l’hanno strangolata con una corda. Già quando era stato rinvenuto, il corpo presentava dei segni evidenti al collo che sembravano indicare la violenza subita. Secondo chi ha svolto le analisi, qualcuno avrebbe stretto qualcosa intorno alla gola della donna: con ogni probabilità una corda o forse anche una collana.
Il decesso della madre di Benno risalirebbe al tardo pomeriggio dello scorso 4 gennaio.
Conclusa con un nulla di fatto la ricerca del corpo di Peter Neumair, padre di Benno
Nelle scorse ore si è conclusa con un nulla di fatto una grande operazione di ricerca dei resti dell’altro scomparso, Peter Neumair, nella quale sono stati impiegati più di duecento vigili del fuoco con il supporto anche di tre cani molecolari prestati dalla polizia tedesca.
Gli animali, specializzati nel rinvenire cadaveri, hanno fiutato qualche traccia nei pressi di Laghetti, a poca distanza dal luogo in cui era riaffiorato il corpo di Laura. I sommozzatori hanno perlustrato a lungo la zona, senza però trovare nulla. È stata setacciata una vasta area dell’alveo dell’Adige, a partire dalla confluenza con l’Isarco fino alla diga di Mori: dal cielo operavano gli elicotteri – messi a disposizione anche da carabinieri e guardia di finanza – e i droni, che riprendevano la zona, mentre in acqua erano presenti diverse imbarcazioni e lungo l’argine si muovevano parecchi uomini, tra cui molti volontari, con altri cani molecolari.
Per riuscire a trovare il padre di Benno è stato abbassato il livello dell’Adige
Nel tentativo di facilitare le operazioni di ricerca, le società che si occupano della gestione delle dighe sull’Adige hanno ridotto al minimo il flusso di acqua in uscita: in questo modo il livello del fiume si è abbassato di circa 40 centimetri, anche se lo scioglimento della neve caduta nei giorni scorsi ha in parte vanificato questa mossa. Inoltre, per rendere le acque meno torbide e ridurre la presenza di terra e sabbia, si è deciso di interrompere i lavori in corso sul greto del fiume. Tuttavia queste mosse alla fine non hanno portato al risultato previsto: il corpo del padre di Benno non è stato recuperato.
Come detto, nei giorni scorsi si è registrato solo un falso allarme, proprio in un punto vicino alla zona in cui era stata ritrovata Laura. Nelle prossime ore si deciderà se proseguire: comunque continuerà ad essere monitorata la diga di Mori, situata a 90 chilometri di distanza dal ponte sul quale sono state rinvenute delle tracce di sangue, con ogni probabilità appartenenti a Peter Neumair.