Sabino Cassese critica duramente il governo Conte. Il presidente emerito della Corte Costituzionale è ospite della trasmissione di La7, Omnibus, nella puntata di giovedì 3 dicembre. Intervistato dalla conduttrice Alessandra Sardone, Cassese punta il dito contro quella che lui stesso ha definito sul Corriere della Sera “anarchia di Stato”. Il governo, in pratica, sarebbe colpevole di inviare alle Regioni i testi dei Dpcm soltanto la sera, pretendendo poi una risposta entro la mattina successiva.

Sabino Cassese spiega la frase ‘anarchia di Stato’

Ospite di Omnibus, Sabino Cassese spiega il senso dell’articolo intitolato ‘La nostra anarchia di Stato’, pubblicato sul Corriere della Sera il 2 dicembre.

“Vorrei cominciare dicendo che le regole ci saranno, rispettiamole - premette il giurista - discutiamo anche il modo in cui sono state adottate, però rispettiamole”. Cassese chiarisce poi “in che cosa sta l’anarchia” secondo lui. “Il presidente della Regione Lombardia ha detto con precisione sul Corriere di stamattina che ci mandano le bozze dei decreti la sera. Ci dicono che dobbiamo dare la nostra risposta la mattina successiva entro le ore 11. Di che cosa è segno questo? - si chiede il presidente emerito della Corte Costituzionale - è il segno di una scarsa collaborazione che, in una situazione di questo tipo, dovrebbe essere continua e dovrebbe richiedere a Stato e Regioni di mettersi attorno ad un tavolo e di lavorare continuativamente alla preparazione, non solo alla raccolta del consenso intorno alle bozze che vengono preparate dal centro”.

Cassese: ‘La strada iniziale fu sbagliata’

Sabino Cassese ritiene “che la strada iniziale fu sbagliata, perché la prevenzione di pandemie è di competenza esclusiva dello Stato secondo la costituzione”. Ma una volta intrapresa questa strada, riflette, si sarebbe potuto “correggerla accentuando la collaborazione in quello che si chiama Servizio sanitario nazionale”.

Il termine ‘nazionale’, spiega Cassese, “vuol dire una cosa specifica” nel diritto italiano. E cioè che “è un compito che tutti devono svolgere insieme, ma questo svolgimento insieme non c’è stato. E quindi ci sono queste anomalie, le lamentele in questo caso giuste del presidente della Regione Lombardia”, fa notare il professore.

‘Viviamo in un sistema che ha squilibrio di fondo’

“Non è la conferenza Stato-Regioni il luogo dove si doveva concertare, queste sono le mie domande”, chiosa Cassese secondo il quale “viviamo in un sistema politico-costituzionale che ha uno squilibrio di fondo. Abbiamo 20 Regioni, di cui tre quarti sono governate dalle forze politiche di opposizione al centro. Queste Regioni sono rette da un sistema di tipo presidenziale. Invece al centro abbiamo un orientamento politico opposto a queste Regioni e abbiamo invece un sistema di tipo parlamentare”. Riflessione che porta Cassese a parlare di “tentazione del governo centrale di stabilire un dialogo con le Regioni che supplisce alla carenza di dialogo tra maggioranza e opposizione in parlamento”, conclude.