Arriverà un momento - e ci si augura presto - in cui la campagna vaccinale subirà una decisa accelerata. Quella sarà anche la fase in cui sarà determinante che quante più persone accolgano con favore la possibilità di immunizzarsi con il vaccino. In un'intervista rilasciata a Repubblica ha espresso il suo punto di vista sulla situazione Giuseppe Ippolito direttore scientifico di un polo sanitario d'eccellenza italiano come lo Spallanzani di Roma. Lo ha fatto con un certo ottimismo e segnalando la necessità di un'adeguata comunicazione per sensibilizzare le persone a vaccinarsi.

"Ho fiducia - ha detto - che gli italiani abbiano capito l'importanza del vaccino".

Vaccino Covid, la tipologia di persone che non vuole vaccinarsi

L'auspicio è che non si palesi una larga fetta di popolazione che, per qualche motivo, mostri seria esitazione di fronte al vaccino. Lo stesso Ippolito ha inteso inquadrare come, ad oggi, si possano determinare precisi fenotipi che oggi potrebbero non accogliere con favore la possibilità di immunizzarsi. Ci sono, ad esempio, coloro i quali ritengono che il tempo intercorso tra l'inizio della ricerca e la distribuzione sia stato troppo breve. Questo genera sospetti, anche abbastanza infondati alla luce di tutti i passaggi avuti fino ad arrivare alla validazione e alla certificazione della sicurezza.

Ma c'è anche chi deve fare i conti con l'alto timore rispetto ai possibili effetti collaterali. Altri, invece, restano lontani dalla consapevolezza che c'è per tutti il rischio di ammalarsi. E c'è naturalmente chi non è convinto dell'efficacia o non capisce l'importanza della vaccinazione anche come "atto civico".

Posizioni che cozzano in maniera significativa con l'approvazione unanime da parte della scienza e la medicina.

Due discipline che oggi sono le grandi artefici di una vita media sempre più lunga.

Ippolito non è entrato nel merito sulla capacità di creare una campagna efficace nel fronteggiare i tentennamenti. Ha però sottolineato come, ad esempio, in Africa si sfruttino i "leader religiosi" per persuadere le popolazioni o come negli Usa tocchi ai pastori parlarne nei loro sermoni.

"Si potrebbero - ha evidenziato - coinvolgere anche gli influencer sui social media".

Coronavirus, si parla anche di patente di immunità

Nei giorni scorsi era emersa una proposta che parlava della possibilità di istituire una sorta di passaporto vaccinale in maniera tale da far riaprire le palestre. Una vera e propria "patente di immunità" che possa diventare una sorta di lasciapassare per riprendere la normale quotidianità. "Molte attività - ha dichiarato nel virgolettato riportato - dovranno essere precluse a chi non è vaccinato: ristorante, cinema, stadio, aereo. Le misure potranno essere adottate quando il vaccino sarà disponibile per tutti, altrimenti sarebbero un fattore discriminante".

"Un bel vaccino - ha aggiunto il medico - ci permetterebbe di fare le vacanze con meno pensieri e magari anche un bel viaggio all'estero".

Obiettivo ridurre il Covid alla stregua del raffreddore

Ippolito ha spiegato, inoltre, che è sbagliato credere che sarà sufficiente vaccinarsi e immaginare di essere a posto per sempre. Ha, infatti, puntualizzato che uno tra gli scenari più verosimili prevede che il virus diventi "endemico". "Tutti noi - ha dichiarato - con vaccini e infezioni naturali acquisiremo livelli crescenti di immunità sino a limitare le forme gravi. La malattia diventerebbe una sorta di influenza".

Ippolito ha manifestato riserve rispetto alla possibilità che si possa bloccare definitivamente il virus, tenuto conto che ci sarebbe da raggiungere un'immunità di gregge calcolata su sette miliardi di persone. Ha spiegato, però, come la vaccinazione sarà il passaggio verso la "normalità".

Uno momento in cui non ci saranno più ospedali colmi di malati Covid. Si arriverebbe, perciò, come il medico ha specificato, "a ridurla ad un malanno di stagione come altri quattro Coronavirus umani che provocano raffreddore".