Depistaggi, strategie lucidissime per sviare le indagini, proverebbero che Benno Neumair abbia premeditato il duplice omicidio dei genitori. Il 31enne rischia l'ergastolo se in fase processuale verrà dimostrata la premeditazione.
Prima della Procura di Bolzano, è la sorella Madè a essere convinta che abbia pianificato sia il duplice delitto e a non credere alla confessione di Benno né tanto meno al pentimento dell'istruttore di fitness. Madè lo ha scritto in una lettera affidata al suo avvocato. Intanto, emergono dettagli anche sui 'progetti' del 31enne dopo il duplice delitto: voleva fuggire molto lontano.
I depistaggi di Benno
Il depistaggio iniziale, Benno l'ha compiuto subito dopo aver ucciso i genitori, prima il padre Peter e poi la madre Laura Perselli, entrambi strangolati con una corda da arrampicata, da lui definita 'cordino', poi gettata in un cassonetto dell'immondizia. La sera del 4 gennaio, data della scomparsa dei coniugi, Benno ha preso il cellulare della mamma e lo ha portato nei pressi del ponte Roma. Alle 19, lo ha abbandonato forse dietro un cespuglio lasciandolo acceso. Verso le 21, è andato a recuperarlo per spegnerlo per sempre e disfarsene. L'intenzione era di far credere che la madre fosse stata in quella zona anziché nella casa di via Castel Roncolo dove l'ha uccisa. Tuttavia Benno ha ricevuto una telefonata, proprio mentre si trovava su quel ponte.
Quindi, sia il cellulare della mamma che il suo sono risultati agganciati alla cella nella zona di ponte Roma.
A seguire, Benno ha consegnato agli inquirenti un paio di scarpe della sorella spacciandole per quelle della madre in modo da neutralizzare i cani molecolari impegnati nelle ricerche dei genitori, allora dispersi. Ha consegnato anche delle pantofole fingendo fossero di suo padre.
All'amica Jasmine, ha fatto indossare il giubbotto di suo padre portandola a fare un giro intorno alla casa così da ingannare il fiuto dei cani che non sono riusciti a trovare alcuna traccia. Cosa che d'altra parte, non sarebbe stata possibile, visto che l'insegnante aveva gettato i corpi dei genitori nell'Adige dal ponte Vadena.
Ha chiesto la collaborazione dell'amica Jasmine per fare pulizie approfondite della casa, dopo essere andato a compare un flacone di cinque litri di acqua ossigenata. Benno ha motivato la smania di pulizie come necessaria perché il cane avrebbe vomitato. Circostanza che all'amica non risultava e che soprattutto non ha avuto alcun riscontro dalle analisi dei Ris. Di fatto, Benno in un punto del pavimento in soggiorno in cui erano rimaste macchie di sangue a seguito dello strangolamento del padre, ha pulito alcune fughe fino a farle diventare bianchissime e farle spiccare sulle altre.
Durante la confessione ha sostenuto di aver ucciso la madre subito dopo il padre perché sarebbe tornata a casa.
Per gli inquirenti, sarebbe una bugia per far credere che i due delitti siano stati entrambi d'impeto, allontanare da sé l'aggravante della premeditazione che gli contesta la Procura e quindi evitare l'ergastolo. Per gli inquirenti, il padre è stato ucciso verso le 15:30, la madre è rientrata dopo le 18: il secondo omicidio, più del primo, sarebbe premeditato. Infine, c'è la telefonata a Martina, l'amica da cui ha trascorso la notte tra il 4 e il 5 gennaio. Le ha comunicato in anticipo che quella sera sarebbe arrivato da lei con la Volvo, l'auto di famiglia che i genitori gli proibivano di prendere.
Benno progettava di andarsene in India
Dal 29 gennaio, Benno è in custodia cautelare in carcere, oltre che per il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove, anche per il pericolo di fuga.
Nel corso delle indagini, è emerso che progettava di andarsene in India e rifarsi una vita. L'ha confidato a un'amica che vive in Germania la quale ignorava che fosse l'assassino dei suoi genitori. L'amica ha poi confermato agli inquirenti le intenzioni dell'insegnante di matematica. La difesa obietta che se Benno avesse realmente voluto fuggire, avrebbe potuto farlo dal momento che fino al 29 gennaio era un libero cittadino. Invece è rimasto a Bolzano, a disposizione degli inquirenti.
Confessione senza lacrime né rimorsi
Benno ha confessato di aver ucciso i genitori in due interrogatori, dopo il ritrovamento il 6 febbraio del corpo della mamma. Nel primo di tre ore, videoregistrato, la confessione è senza lacrime, senza alcun cenno di rimorso.
Ha riferito di aver litigato con il padre "per i soliti motivi di soldi".
“Non c'è pentimento: aveva l'acqua alla gola, fa comodo confessare. La sua è una strategia. Deve dire dove è il corpo di Peter", ha detto uno zio che, come Madè, non crede al pentimento. La famiglia è contraria alla perizia psichiatrica chiesta sia dalla Procura che dalla difesa di Benno. Sabato riprenderanno le ricerche intensive del corpo di Peter.