Da tempo si trova nel carcere di Uta per reati legati soprattutto al traffico di sostanze stupefacenti e il 10 marzo, gli uomini della Guardia di Finanza, hanno sequestrato ad un 43enne cagliaritano quote societarie e beni mobili ed immobili per un importo che arriva a 475 mila euro. Il patrimonio illecito, oltre che nella disponibilità del 43enne, veniva “gestito” da prestanome a lui collegati e anche dall’anziana madre accusata dagli investigatori di aver riciclato oltre 100mila euro frutto di illecite attività del figlio. Le indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cagliari, sono state eseguite dai finanzieri del Comando provinciale di Cagliari con la collaborazione dei colleghi della sezione aerea del Reparto operativo aeronavale che, materialmente, hanno eseguito una serie di perquisizioni nei confronti del sodalizio che ruotava al 43enne in carcere.

Nel corso dei controlli effettuati dalla Finanza sono state recuperate anche due pistole scacciacani modificate e perfettamente identiche alle originali. Una Beretta 92 ed un revolver con tanto di munizionamento. Oltre che 2 coltelli a “farfalla” e a “scatto, uno sfollagente telescopico e anche 8 orologi di lusso comprati – secondo i finanzieri – con denaro illecito.

Controlli incrociati

Il 43enne cagliaritano sta scontando la pena in carcere soprattutto per reati contro il patrimonio e legati al traffico di droga. Oltre ad essere stato sottoposto, più volte, a procedimenti per riciclaggio e ricettazione. Per questo motivo gli investigatori della finanza da tempo lo tenevano sotto osservazione e, la scorsa mattina, grazie alle certosine indagini effettuate dal Gico, il nucleo di polizia economica-finanziaria delle fiamme gialle, è stato possibile dimostrare come il 43enne (ufficialmente nullatenente) controllasse numerose attività commerciali ed economiche.

Attraverso le quali ricavava e riciclava numeroso denaro soprattutto attraverso l’acquisto di beni immobili, attività commerciali e disponibilità finanziarie che venivano sempre intestate a dei prestanome, tutte persone comunque in una maniera o nell’altra a lui vicine. Grazie a questo astuto sistema l’uomo investiva il denaro ricavato in maniera illegale e, almeno ufficialmente, riusciva ad eludere tutte le norme in materia di prevenzione patrimoniale.

Il ruolo della mamma

Gli investigatori della Guardia di Finanza hanno anche scoperto che la mamma del 43enne, titolare di una pensione, avrebbe riciclato e impiegato il denaro guadagnato in maniera illecita dal figlio. Ben 103mila euro che la madre avrebbe versato nel suo conto corrente personale, sostituendoli a quelli che avrebbe incassato con la sua pensione.

Tutto questo per nascondere l’origine delittuosa del denaro che le veniva affidato dal figlio o da chi per lui gestiva il tutto. Insomma gli uomini delle Fiamme gialle hanno dimostrato la discrepanza tra i redditi dichiarati e posseduti dall’indagato e dal suo nucleo familiare, in particolare dal 2010 al 2019. Per questo motivo, dopo le indagini, hanno dato il via a sequestri di appartamenti, terreni, fabbricati commerciali, un distributore di benzina, denaro in contante, bar, night club e anche un negozio specializzato nella vendita di prodotti per la casa.