Il Cile ha superato tutti gli altri Paesi al mondo per la velocità di dosi di vaccini somministrate. Ha registrato una media di 1.08 dosi giornaliere ogni 100 abitanti negli ultimi sette giorni, scavalcando il primo in classifica, Israele, considerato il modello da emulare finora.

Il Cile ha giocato giocato d'anticipo nell'assicurarsi i vaccini per la popolazione, iniziando la trattativa già a maggio 2020. La strategia vincente è dovuta alla già forte rete di cure primarie del territorio cileno, che si estende per oltre 4mila chilometri e alla capacità di negoziazione.

Il Paese sudamericano, infatti, è riuscito a garantire circa 35 milioni di dosi vaccinali, di cui sono arrivate 10 milioni al momento.

Lo stato della pandemia in Cile

Il Cile ha registrato più di 860mila i contagiati accertati da Coronavirus e più di 21mila morti. Dopo qualche mese di apparente stabilità nella lotta al virus, a dicembre si è assistito a un’impennata di contagi, raggiungendo oltre 5mila casi quotidiani il 5 marzo.

Il Paese sudamericano è stato uno degli Stati più colpiti dal Coronavirus dell’America Latina, ma negli ultimi giorni è riuscito a realizzare quanto di più impensabile: vaccinare più di quattro milioni di persone su circa 19 milioni di abitanti. È quanto emerge dagli ultimi dati del programma Our World in Data dell’Università britannica di Oxford, divulgati dalle autorità cilene.

La campagna vaccinale

Tra la fine dell’anno scorso e la metà di gennaio sono arrivati i primi vaccini Pfizer-BioNTech e sono stati destinati ai medici e agli infermieri. All’inizio di febbraio, con l'arrivo delle dosi dell’azienda cinese Sinovac (CoronaVac), è stato possibile vaccinare altre categorie considerate a rischio: tutti gli altri operatori sanitari, gli anziani, le persone con malattie croniche e i lavoratori essenziali.

Al momento sono state 4.225.613 le persone vaccinate e per somministrare le dosi sono stati allestiti e sfruttati diversi centri vaccinali: le chiese, gli stadi, le cliniche, le scuole e le palestre. Questo sforzo "non è il prodotto del solo governo, ma è il risultato dello sforzo che il sistema sanitario pubblico cileno ha compiuto per tanti anni”, ha dichiarato il ministro della Salute cileno, Enrique Paris.

La strategia delle vaccinazioni

Il Cile si è avvalso della possibilità di utilizzare i diversi vaccini presenti sul mercato globale, adottando una strategia differenziata nella scelta dei farmaci da ordinare. Secondo il sottosegretario alle relazioni economiche internazionali del ministero degli Esteri e responsabile delle trattative per l'acquisto di vaccini, Rodrigo Yanez, “Il Cile è un paese molto connesso nel mondo” e, come tale, ha puntato tutto sulla varietà offerta nel panorama vaccini.

Ad avere incentivato e accelerato la campagna vaccinale sono stati anche il bassissimo livello di scetticismo e la fiducia della popolazione riposta nei vaccini. Meno del 20% della popolazione ha rifiutato le dosi.

Non sono mancate domande, dubbi e preoccupazioni, ma gli abitanti sono stati correttamente informati e ormai non mostrano più apprensioni e angosce nei confronti del vaccino, a detta del sottosegretario Yanez.

L’obiettivo da raggiungere è l’immunità di gregge e, diversamente dalla maggior parte dei Paesi europei, Italia compresa, il Cile sembra essere sulla retta via. Il Paese sudamericano ha ordinato circa 10 milioni di dosi sia alla Pfizer-BioNTech sia alla Sinovac I vaccini restanti saranno spediti da AstraZeneca, Johnson & Johnson e dal meccanismo sostenuto dall’Onu, Covax, per l'erogazione di vaccini nei Paesi più poveri. Sarebbero anche state avviate le trattative con il governo russo per l'acquisto di Sputnik V.