Nuove ombre sul delitto di Garlasco: una dettagliata informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano ipotizzerebbe la presenza di un complice sulla scena del crimine, nel momento in cui Chiara Poggi è stata uccisa, il 13 agosto del 2007. Quello avvenuto nel paese in provincia di Pavia è uno degli episodi di Cronaca Nera più discussi negli ultimi anni: il fidanzato della vittima, Alberto Stasi, è stato riconosciuto colpevole dell’assassinio e condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione. Tuttavia il documento dei militari dell’Arma evidenzierebbe diversi aspetti lacunosi nelle indagini e scarsa coerenza nella ricostruzione della dinamica di quanto accaduto a Garlasco.

I dubbi dei carabinieri di Milano sulle indagini relative al delitto di Garlasco

Circa un anno fa, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno esaminato attentamente tutti gli atti presenti nel fascicolo processuale sulla vicenda. Al termine di queste approfondite analisi, il 7 luglio del 2020, i militari dell’Arma hanno inviato una nota alla procura di Pavia per informarla delle conclusioni raggiunte. In pratica sono state evidenziate diverse lacune emerse nel corso dell’inchiesta, sottolineando in particolare la mancanza di coerenza nella ricostruzione di quanto accaduto, da parte degli inquirenti. Inoltre, secondo questa informativa, le indagini avrebbero trascurato alcuni elementi, che avrebbero dovuto essere approfonditi.

In conclusione, per i carabinieri, pur rimanendo validi tutti gli indizi a carico di Alberto Stasi, sarebbe stato utile verificare la possibilità della “presenza di un correo” sulla scena del delitto a Garlasco.

I tanti elementi del giallo di Garlasco che dovrebbero essere valutati con maggiore attenzione

Il dossier dei carabinieri di Milano evidenzia tutti gli aspetti che avrebbero dovuto essere maggiormente approfonditi nelle indagini, come ad esempio le tracce del Dna di Alberto Stasi riscontrate nel bagno della villetta di Garlasco, sul dispenser del sapone.

Inoltre, per i militari dell’Arma, sono stati trascurati i capelli neri trovati nel lavandino di casa, mentre non sono mai state analizzate le macchie di sangue sulle porte e sulle pareti di quell’abitazione. Questi elementi avrebbero potuto spiegare meglio la dinamica dei fatti e dimostrare le presenza di un complice in quei drammatici momenti.

L’avvocato della famiglia di Chiara Poggi contesta l’utilità dell’informativa sul delitto di Garlasco

Tuttavia, l’avvocato della famiglia di Chiara Poggi, Gian Luigi Tizzoni, critica aspramente queste ultime notizie, ricordando come l’autorità giudiziaria di Pavia abbia ritenuto infondata l’ipotesi della presenza di un complice. Inoltre Tizzoni sottolinea come i carabinieri nell’informativa hanno confermato la responsabilità di Stasi; comunque, per il legale, la procura lombarda dopo aver ricevuto la nota, non ha ritenuto di procedere con ulteriori accertamenti, ritenendo infondate le critiche che conteneva.

Nel giugno 2020 ha destato grande clamore la richiesta dell’avvocato di Alberto Stasi, Laura Panciroli, di ribaltare la sentenza definitiva del processo, che ha visto l’unico imputato condannato a 16 anni di reclusione.

La richiesta di revisione si basava su una serie di elementi nuovi, mai considerati prima, che secondo la difesa sarebbero stati decisivi. Tuttavia i giudici hanno respinto questa istanza e quelle presentate successivamente, l’ultima delle quali lo scorso 19 marzo. Nel frattempo Stasi si trova nel carcere di Bollate, a pochi chilometri da Milano, dove sta scontando la pena.