Antonio Fara, 47 anni, sassarese, titolare di un bar a Sassari, sarebbe stato ucciso con una martellata alla testa all'interno del suo appartamento di via Livorno, probabilmente nella serata di giovedì 22 aprile. Lo assicurano gli inquirenti che, nella notte, hanno fermato il presunto assassino Claudio Dettori, 24 anni, anche lui di Sassari, che sarebbe stato ospite nell'abitazione della vittima nelle ore precedenti all'omicidio. Il corpo senza vita della vittima è stato ritrovato ieri mattina. I carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Sassari, coordinati dal capitano Giuseppe Sepe, hanno raccolto numerosi indizi.

Al punto che il sostituto procuratore della Repubblica, Giovanni Porcheddu – con il benestare del procuratore di Sassari, Gianni Caria - ha firmato subito le carte per il fermo del giovane. Il 24enne, conosciuto in città, da tempo si era allontanato volontariamente dalla casa dei genitori e non aveva più rapporti con i familiari. Insomma aveva scelto una vita da nomade al punto che, spesso, frequentava numerose strutture d'accoglienza della Caritas diocesana. Il giovane, grande appassionato di arti marziali, aveva un carattere molto turbolento. Proprio per questo motivo era stato più volte allontanato dalle palestre che frequentava. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell'Arma, il 24enne era stato accolto in casa da Antonio Fara, la vittima.

Il barista ucciso era molto conosciuto in città per il suo impegno in favore dei diritti dei più deboli. E aiutava spesso chi si trovava in difficoltà. L'uomo, tra l'altro, è stato anche uno dei fondatori del Movimento omosessuale sardo.

Un delitto d'impeto

Secondo quanto hanno accertato gli investigatori dei carabinieri, Claudio Dettori sicuramente dalla sera di giovedì era stato ospite di Antonio Fara.

Anche se, al momento del ritrovamento del corpo avvenuto ieri mattina, aveva fatto perdere le sue tracce. A dare l'allarme per il delitto è stato un nipote della vittima. Il giovane aveva più volte tentato di chiamare lo zio al telefono ma non aveva ottenuto mai risposta. La vittima, stranamente, la mattina non si era presentato a lavoro e proprio questo aveva messo in agitazione il nipote che ha immediatamente chiamato i soccorsi.

I primi a giungere nell'appartamento di via Livorno sono stati i pompieri che hanno dovuto sfondare la porta d'ingresso, chiusa da dentro, per entrare nell'abitazione. All'interno l'amara sorpresa. Il copro senza vita di Antonio Fara era in un lago di sangue. Nessun segno di effrazione: con ogni probabilità, l'assassino era già in casa o comunque è stato fatto entrare dalla vittima. L'intervento dei carabinieri del Ris e del medico legale Salvatore Lorenzoni hanno poi sciolto ogni dubbio sulla morte violenta. Gli inquirenti hanno infatti stabilito che l'uomo fosse stato colpito alla testa con un grosso oggetto, probabilmente un martello. Tutto ciò sarebbe accaduto mentre si trovava sul divano, avvolto da una coperta e quindi colto di sorpresa.

La fuga dell'assassino

I carabinieri ipotizzano che l'assassino, dopo aver colpito la vittima, sia scappato dall'abitazione attraverso una seconda porta – trovata aperta - che si trova sul cortile dell'appartamento. Dove appunto avrebbe scavalcato un muretto, per poi far perdere le sue tracce passando per via Napoli. Qui sarebbe comunque stato ripreso da alcune telecamere di sicurezza, i cui filmati sono al vaglio degli inquirenti. Ora il presunto assassino si trova rinchiuso in una cella del carcere sassarese di Bancali, in attesa di essere ascoltato dal magistrato che si occuperà del caso. Fino ad adesso comunque il 24enne si è rifiutato di parlare con gli investigatori, che vorrebbero conoscere la sua versione dei fatti.

Il giovane però, difeso dall'avvocato Giuseppe Scarpa, non avrebbe ancora collaborato. Gli inquirenti, nel frattempo, stanno continuando a esaminare le numerose telecamere installate all'interno del condominio ma anche nelle vie limitrofe. Nelle immagini si vede passare il presunto assassino, in orari compatibili con la morte di Antonio Fara. Lunedì 26 aprile, all'interno dell'istituto di patologia forense dell'Università di Sassari, il medico legale Salvatore Lorenzoni effettuerà l'autopsia sul corpo della vittima per stabilire con precisione cause e ora del decesso.