Confermate in Cassazione, nel pomeriggio di lunedì 3 maggio, le condanne stabilite nell'appello bis per Antonio Ciontoli e la sua famiglia. Il verdetto chiude così, almeno dal punto di vista giuridico, uno dei casi di Cronaca Nera più controversi dell'ultimo decennio: l'omicidio di Marco Vannini. Il sostituto procuratore generale Olga Mignolo, nella sua requisitoria ha dichiarato:"Tutti mentirono". La madre del giovane, Marina Conte, ha accolto la sentenza tra le lacrime.

La conferma delle condanne ai Ciontoli

La Quinta sezione penale della Cassazione ha confermato le condanne per Antonio Ciontoli e per i suoi familiari.

Nell'ambito del processo d'appello bis conclusosi lo scorso autunno, i giudici della seconda sezione della Corte d'Assise di Appello di Roma, si erano pronunciati sulla morte di Marco Vannini, ventenne di Cerveteri (Roma). Antonio Ciontoli - padre di Martina, la fidanzata del giovane - era stato, così, condannato per omicidio con dolo eventuale a 14 anni, mentre per la moglie Maria Pezzillo, ed i figli Martina e Federico venne stabilita una pena pari a 9 anni e 4 mesi di reclusione per concorso anomalo in omicidio volontario.

Alla lettura dell'attesa sentenza, alcuni familiari ed amici di Marco, assiepati fuori dall'aula, hanno applaudito soddisfatti mentre mamma Marina, che in questi anni si è sempre battuta per la verità, ha pianto commossa.

Nessun membro della famiglia Ciontoli ha assistito al pronunciamento della Cassazione. In mattinata, invece, Martina e Federico, avevano preso parte all'udienza.

'Mentono e continuano a mentire"

Marco Vannini morì la notte tra il 17 ed il 18 maggio 2015 mentre si trovava in casa della fidanzata Martina, a Ladispoli (sul litorale di Roma).

Ad ucciderlo sarebbe stato un colpo di pistola esploso da Antonio Ciontoli, padre della giovane. Tuttavia, stando a quanto ricostruito in sede processuale, se i soccorsi fossero stati attivati tempestivamente il ragazzo si sarebbe potuto salvare.

La famiglia Ciontoli, dopo il secondo processo d'appello, aveva presentato ricorso e tramite l'avvocato Giandomenico Caiazza, aveva chiesto di annullare le condanne e di procedere con un nuovo processo.

"Quella d'appello - aveva dichiarato il difensore - è una sentenza illogica. Se c'è un omicidio volontario vuol dire che c'era adesione alla possibilità della morte di Marco Vannini, ma questo come può essere compatibile col fatto che i Ciontoli abbiano poi allertato i soccorsi?".

La sostituta pg Mignolo, oggi, davanti ai giudici della Quinta sezione penale della Cassazione ha sottolineato, nel corso della requisitoria, che l'intera famiglia avrebbe mentito ed avrebbe tenuto, la sera della morte di Marco, una condotta omissiva e reticente. Ai microfoni di Mattino Cinque, mamma Marina, auspicando una sentenza capace di dare giustizia e dignità a Marco, facendo riferimento alla famiglia Ciontoli, ha espresso un pensiero simile: "Hanno sempre mentito e continuano a mentire".