Buone notizie dall’ospedale Regina Margherita di Torino: il piccolo Eitan, 5 anni, ha riaperto gli occhi e ha potuto vedere il volto familiare della zia Aya, che lo sta accudendo da vicino. Il bambino è l’unico superstite della tragedia della funivia Stresa-Alpino-Mottarone: lo scorso 23 maggio la fune trainante dell’impianto ha ceduto all’improvviso, causando la caduta della cabina, che in quel momento ospitava 15 passeggeri, provocando 14 vittime. Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute, ha spiegato ai giornalisti come il paziente, ricoverato da tre giorni nella struttura sanitaria, alle 10:45 di mercoledì 26 maggio è stato estubato: per alcuni istanti ha ripreso conoscenza, pur essendo ancora sotto l’effetto dei farmici sedativi.

Come detto, accanto a lui ci sono la zia e una psicologa, oltre naturalmente a tutta l’equipe del reparto di Rianimazione. Eitan ha potuto così riaprire gli occhi, nonostante le sue condizioni siano ancora molto serie, dopo acer passato un’altra notte tranquilla: si attende ora il risveglio completo del bambino, forse la fase più delicata per lui.

Dopo l’operazione chirurgica di domenica, Eitan sembra aver risposto in modo positivo

Domenica, appena arrivato in ospedale dal Mottarone, Eitan è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico, durato circa cinque ore, durante il quale l’equipe medica coordinata dal dottor Fabrizio Gennari è intervenuta per ridurre le fratture multiple che il bambino ha riportato nell’incidente.

Già dalla mattinata di martedì, dopo due notti in cui le condizioni del paziente sono rimaste stabili, sono iniziate le operazioni per arrivare al risveglio del piccolo. Quando il gruppo di Rianimazione, diretto dal dottor Giorgio Ivani, ha iniziato a ridurre le dosi dei farmaci, il bambino ha risposto subito in modo positivo, con alcuni segnali incoraggianti, come colpi di tosse, minuscoli movimenti e anche respirando autonomamente in diversi momenti.

Accanto a Eitan in ospedale c’è la zia Aya

Tutta Italia segue con apprensione il decorso clinico di Eitan: accanto a lui è arrivata la zia Aya Biran. La donna, israeliana, vive in Italia da 17 anni con il marito Nirko e i loro due bambini. Lavorando nel Sert del carcere di Pavia come medico, è in grado di comprendere la criticità di queste ore.

Nella tragedia del Mottarone ha perso il fratello Amit Biran, la cognata Tal Peleg e il piccolo Tom, il fratellino di Eitan, un bambino di soli due anni. Inoltre con la famiglia su quella funivia c’erano anche i nonni di Tal, Itshak e Barbara Konisky Cohen: i due anziani, dopo essersi vaccinati, avevano deciso di venire in Italia a trovare i loro bisnipoti, anche per sfuggire al clima di guerra che si sta vivendo in Israele in queste settimane.

Il rientro delle salme delle vittime dell’incidente in Israele

Nelle scorse ore le salme della famiglia israeliana sono partite da Verbania alla volta dell’aeroporto di Malpensa, per essere imbarcate in un volo di Stato diretto nel loro Paese natale, dove sono stati organizzati i funerali.

Prima di lasciare il Piemonte c’è stato un breve momento di preghiera per i defunti a cui hanno partecipato diversi parenti, pronti ad accompagnare le spoglie fino in Israele, e alcuni rappresentanti della comunità ebraica, giunti da Milano, che – come ha spiegato il presidente Milo Hasbani – ha supportato i congiunti delle vittime della tragedia, fornendo anche assistenza legale in questi difficili momenti, nella speranza che tutte le responsabilità sull’accaduto siano accertate dalla magistratura, che nelle scorse ore ha disposto il fermo per tre persone, tra cui il gestore dell’impianto.