Oggi, 19 giugno, nella chiesa della Regina Pacis di Ostia alle 14 si sono svolti i funerali di Daniel e David Fusinato, i fratellini di 10 e 5 anni, uccisi ad Ardea domenica scorsa da Andrea Pignani, 35 anni, che gli ha sparato senza un perché.

Nel giorno dell'addio ai bambini, la mamma dell'omicida suicida, Rita Rossetti, ha scritto una lettera ai loro genitori, Carol e Domenico Fusinato. Nel comprensorio di Colle Romito, suo figlio, oltre ai fratellini, ha ucciso con l'arma che era appartenuta al padre deceduto, ex guardia giurata, un pensionato di 74 anni, Salvatore Ranieri, intervenuto nel tentativo di proteggere i bambini.

La lettera, 'Unisco il mio dolore al vostro'

"Mi sento impotente davanti alla vostra tragedia e so che non ci sono parole giuste". È un passaggio della lettera che Rita Rossetti ha indirizzato ai genitori dei bambini uccisi. Due pagine di quaderno che senza farsi inquadrare in volto, ha voluto leggere, senza riuscire a trattenere le lacrime, davanti a una telecamera e diffondere a mezzo stampa.

La lettera non è una richiesta di perdono perché il gesto commesso dal figlio, definito con più aggettivi, "insano", "folle", "efferato" e "violento", "non può essere giustificato in alcun modo". Rossetti si dichiara profondamente addolorata e sconvolta come madre e moglie di ciò che ha fatto suo figlio e non si dà pace: vive il dolore e la disperazione per la morte di "tre anime innocenti" al pari dei loro familiari.

Sa che indietro non si torna e che il tempo non potrà accomodare ferite profonde e indelebili. A Carol e Domenico Fusinato, chiede di potere unire il suo dolore al loro, nella consapevolezza che il loro sarà "lungo e incolmabile". Sarebbe voluta essere presente al funerale dei bambini: ammette di non avere avuto la forza di andare.

Ardea, polemiche e ultimo messaggio dell'omicida

Rita Rossetti è stata iscritta dalla Procura di Velletri nel registro degli indagati per detenzione abusiva della Beretta calibro 7,65 del marito, deceduto nel novembre 2020. La legge impone che entro 72 ore dalla morte del legittimo detentore, il possesso di un'arma o il suo smarrimento, debbano essere denunciati alle autorità competenti.

La donna ha detto di non aver presentato denuncia perché la Beretta sarebbe sparita.

Sulle polemiche che si sono scatenate in merito, la madre dell'omicida suicida sostiene che se ha sbagliato, l’ha fatto in buona fede. Se avesse saputo che, come riferito da alcuni residenti di Colle Romito, suo figlio andava in giro per Ardea a sparare in aria, sarebbe stata la prima a denunciarlo. Comunque, non lo disconosce e gli vorrà sempre bene malgrado la strage compiuta.

Proprio lei, aveva denunciato il figlio, a maggio di un anno fa, dopo che le aveva puntato un coltello addosso. Pignani era stato visitato, ma non aveva mai iniziato la cura psichiatrica suggerita. "Poteva essere aiutato? Bella domanda.

Ogni reazione alle terapie è sempre una cosa individuale. E se uno si rifiuta? I matti rifiutano sempre l’idea di essere malati”, il commento di Rita Rossetti.

Domenica scorsa, nel giorno della strage, ha visto uscire suo figlio dal villino dove vivevano insieme. Era strano: indossava felpa e cappuccio, malgrado le alte temperature, dei guanti. Gli ha chiesto dove andasse, lui si è limitato a dire che avrebbe fatto una passeggiata. Sostiene di non averlo voluto irritare, riferendosi a psicofarmaci che il figlio prendeva e manifestando il timore di una sua reazione. Alle 17 di domenica, quando Pignani si era tolto la vita e la donna si trovava già dai carabinieri, sul suo telefonino è apparso un messaggio: "Quando leggerai questo messaggio, sarò gia morto, Andrea".

L'ingegnere informatico disoccupato aveva programmato l'invio di un analogo messaggio alle 18 all'ex fidanzata messicana. Con lei la storia era finita lo scorso aprile.

Ad Ardea nuovi sopralluoghi nel villino

I militari hanno fatto un nuovo sopralluogo nel villino di famiglia ad Ardea dove Pignani si era barricato dopo la sparatoria e in cui, infine, si è tolto la vita prima dell'irruzione dei Gis, in cerca di indizi per capire la personalità dell'omicida, anche attraverso eventuali manoscritti o documenti che possano risultare utili alle indagini.

I militari hanno già sequestrato tablet, computer e cellulare dell'ingegnere che sui social aveva un'identità parallela e si faceva chiamare Mr Hyde.

Proprio la madre ha riferito che soffriva di manie di persecuzioni, era sempre più isolato, non usciva di casa da un anno. Probabilmente la situazione era peggiorata con la morte del padre a cui era molto legato, forse l'unico della famiglia in grado di gestirlo. Privato di un saldo riferimento, probabilmente l'ossessione che tutto il mondo ce l'avesse con lui svelata dalla madre, è arrivata a un punto di non ritorno, fino alla strage feroce e insensata.