A quattro giorni dalla strage di Ardea, la madre del killer è stata denunciata dai carabinieri alla Procura della Repubblica di Velletri. Rita Rossetti, questo il nome della donna, non denunciò il possesso dell'arma appartenuta al marito deceduto, ex guardia giurata.
Domenica 13 giugno, con quell'arma, una Berretta calibro 7,65 detenuta illegalmente, il figlio, Andrea Pignani, nel comprensorio di Colle Romito, senza alcun motivo ha ucciso due bambini, Daniel e David Fusinato, di 5 e 10 anni, e il pensionato Salvatore Ranieri, di 74 anni, per poi barricarsi in casa, puntarla contro di sé e togliersi la vita.
Pignani, ingegnere informatico disoccupato di 35 anni, soffriva di disturbi di personalità e manie di persecuzione.
Il mistero della pistola
In tanti ad Ardea ritengono che la strage di domenica sia una tragedia annunciata. In passato, a Colle Romito, Pignani aveva litigato con i vicini per poi spaventarli imbracciando l'arma e sparando colpi in aria, e sempre per futili motivi: alberi potati che avrebbero intralciato l'ingresso di casa, rumori che lo avrebbero infastidito. Tra i residenti delle 3mila villette del comprensorio sul litorale a sud di Roma che si affolla di villeggianti specie nei fine settimane, proprio come domenica scorsa, e nei mesi estivi, molti sono convinti che se la madre del killer avesse consegnato l'arma, oggi i due bambini e l'anziano sarebbero vivi.
Il killer non conosceva le sue vittime: spinto dall'intenzione di uccidere, avrebbe scaricato i colpi contro le prime persone che gli sono capitate a tiro per sfogare la sua rabbia contro il mondo.
La Beretta 7,65 con cui ha ucciso, era stata regolarmente detenuta dal padre, deceduto a novembre del 2020. Alla morte dell'uomo, entro 72 ore, i familiari avrebbero dovuto denunciarne il possesso, lo smarrimento, se persa, o avrebbero dovuto consegnarla alle forze dell'ordine.
Nessuna di queste cose è stata fatta da Rita Rossetti che viveva con il figlio in un villino del comprensorio dal 2019. Ai militari, la donna di 64 anni ha riferito che l'arma sarebbe stata smarrita.
Un campanello d'allarme su una condizione psichica alterata del figlio c'era stato quando il padre era ancora in vita. A maggio del 2020, aveva minacciato la madre con un coltello.
Era stato portato al Pronto Soccorso dell'Ospedale dei Castelli Romani. Non era stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio, era strato ricoverato un giorno e poi dimesso, con l'indicazione di sottoporsi a cure psichiatriche, cosa che non è mai avvenuta.
Indagini della Procura di Velletri
La Procura di Velletri ha aperto un fascicolo contro ignoti. L'autopsia eseguita al Policlinico di Tor Vergata sui corpi dei bambini e del pensionato ha evidenziato che sono stati raggiunti ognuno da un solo proiettile. Oggi sul corpo di Pignani sono state eseguiti autopsia ed esame tossicologico per accertare se avesse assunto sostanze stupefacenti. I carabinieri hanno fatto un nuovo sopralluogo nel villino.
Nei giorni scorsi, avevano sequestrato tablet, computer e cellulare dell'omicida suicida alla ricerca di elementi che possano motivare la strage di Ardea.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, domenica Andrea Pignani è sceso in strada con una felpa e un cappuccio a occultargli il viso, malgrado le alte temperature, uno zainetto e l'arma con cui ha aperto il fuoco. Il primo a essere colpito è stato il bambino più piccolo, Daniel, raggiunto da un proiettile alla gola. Poi, ha colpito alla testa l'anziano che non conosceva i bambini, ma ha cercato di proteggerli facendo scudo con il suo corpo. Infine, un proiettile ha raggiunto al petto David. Quando Pignani ha sparato contro il piccolo Daniel, suo fratello ha cercato di proteggerlo.
Un testimone ha riferito che i bambini erano coscienti dopo lo sparo, piangevano. La mamma Carol e il papà erano corsi a soccorrerli. La mamma urlava, pregava, cercava di rassicurarli. Il papà gli ha stretto la mano mentre morivano.
Lutto ad Ardea in attesa dei funerali
Sabato ad Ardea si svolgeranno una messa e una fiaccolata su iniziativa dei residenti di Colle Romito per commemorare le vittime. I genitori di Daniel e David sono in attesa del nulla osta per poter svolgere i funerali, forse a Ostia.
La famiglia Fusinato si era trasferita da poco nel comprensorio ritenendolo un posto tranquillo dove far crescere i bambini. Una condizione ottimale anche per la situazione del papà Domenico, ai domiciliari per vicende di droga.
Poco prima della sparatoria, era passata una pattuglia dei carabinieri per controllare che l'uomo rispettasse la misura cautelare. Al padre verrà consentito di partecipare alle esequie dei figli. Il parco dove è avvenuta la strage sarà intitolato alle tre vittime e sarà deposta una targa.