"A me interessa solo di Sara e che torni da noi''. A parlare dalle pagine de Il Dolomiti è Guglielmo Piro, il fidanzato di Sara Pedri, la ginecologa originaria di Forlì scomparsa in circostanze misteriose da Cles (cuore della Val di Non) il 4 marzo scorso. La giovane dottoressa, poco prima di far perdere le proprie tracce, si era dimessa dall'ospedale Santa Chiara di Trento. Secondo i familiari sarebbe stata vittima di mobbing.

L'ultimo messaggio su WhatsApp

Guglielmo, originario di Cosenza, ha conosciuto Sara Pedri durante gli anni della specializzazione in Calabria.

Non vuole parlare della sua relazione sentimentale con la 32enne scomparsa perché quel rapporto, in questo momento, è la cosa più importante che ha, visto che gli consente di sentirla ancora vicina. Tuttavia, ai cronisti del Dolomiti ha confermato il carattere solare ed entusiasta della fidanzata.

Sara e Guglielmo, pur se separati da km e km, si sentivano quotidianamente per il buongiorno e per raccontarsi la giornata. La sera del 3 marzo il giovane le ha inviato su WhatsApp un messaggino con scritto "Ti amo", ma la dottoressa forlivese, che solo poche ora prima si era dimessa dal reparto di ginecologia e ostetricia del Santa Chiara (dove aveva preso servizio nel novembre 2020) non ha mai letto quelle parole affettuose.

"La mattina del 4 marzo - ha precisato Piro - non l'ho chiamata subito per non svegliarla, visto che voleva farsi una bella dormita. Attorno all'ora di pranzo ho provato a telefonarle, ma non ha più risposto. Dopo diversi tentativi non andati a buon fine ho iniziato ad allarmarmi ed ho avvisato la famiglia".

L'auto di Sara, una Volkswagen T-Roc è stata ritrovata nei pressi del ponte di Mostizzolo (al confine tra i comuni di Cis e Cles), vicino al lago di Santa Giustina, con all'interno i suoi effetti personali.

Tra questi c'era anche il telefono cellulare della 32enne, attualmente al vaglio degli inquirenti.

Il fidanzato continua ad aspettare Sara

Sara, secondo il racconto del fidanzato, era entusiasta d'intraprendere una nuova esperienza lavorativa in Trentino. Quando si è trasferita, però, era convinta che avrebbe preso servizio al Cles, ma per l'emergenza da Covid-19 in corso, l'attività del punto nascita aveva subito una sospensione e per questo le era stato chiesto di andare al Santa Chiara di Trento.

Il primo "episodio difficile" si sarebbe verificato già il secondo giorno, quando, senza una vera ragione, le sarebbe stato impedito di fare la pausa pranzo.

Da quel momento, secondo le parole di Guglielmo, per Sara in reparto sarebbe stato tutto un susseguirsi di problemi e difficoltà. A tal proposito, ha riferito un altro episodio avvenuto in sala operatoria. La ginecologa 32enne, infatti, sarebbe stata aggredita prima verbalmente e poi fisicamente (con un schiaffo sulle mani) da una collaboratrice "strettissima" del primario Tateo.

Tra dicembre 2020 e gennaio 2021, poi, Guglielmo avrebbe notato nella fidanzata un radicale cambiamento. La giovane dottoressa infatti, dopo essere stata costretta a trascorrere ore e ore seduta in una stanzetta a non far nulla, aveva deciso di non raccontare più ai suoi cari quello che le accadeva in ospedale.

"Aveva paura - ha dichiarato Guglielmo - ed ha iniziato ad andare a lavoro controvoglia. Io le dissi di dimettersi perché quello era un ambiente malsano".

'Spero che trovino Sara'

In queste settimane si è fatto larga l'ipotesi che la dottoressa Sara Pedri si sia tolta la vita e gli inquirenti non escludono che il corpo individuato sul fondo del lago di Santa Giustina sia proprio quello della giovane. Tuttavia, Guglielmo non sembra voler arrendersi a questa ipotesi. "Io spero e continuo a sperare - ha dichiarato - che sia scappata. Anche perché mi fa strano che non si trovi nulla dopo tanti mesi. Io spero di più in assoluto che prima o poi la trovino, che stia bene". Sara, a suo dire, è una ragazza tosta e può darsi che nel tentativo di ritrovare se stessa, abbia deciso di allontanarsi.

Il giovane non vuole commentare le indagini, tutt'ora in corso, sull'Azienda sanitaria di Trento. "Su queste cose - ha precisato - non ho nulla da dire e non le seguo più di tanto. Quello che so l'ho detto ai carabinieri e alla famiglia. Per tutto il resto della vicenda non mi interessa sapere di chi è colpa". "A me - ha concluso - interessa solo di Sara e che ritorni da noi. Non punto il dito contro nessuno, tuttavia se c'è un colpevole pagherà".