A Torre Annunziata, nella mattinata del 28 luglio, la Procura della Repubblica ha emesso 18 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone, coinvolte in reati che riguardano l'ambiente e specificamente la pesca illegale dei datteri di mare: sette soggetti sono stati condotti in carcere, 11 ai domiciliari. Poi altre due persone sono state sottoposte alla misura dell'obbligo di firma presso gli uffici di polizia, mentre un altro è attualmente latitante.

Questa operazione è stata condotta con l'apporto fondamentale dei militari della Guardia Costiera.

Eseguiti anche dei sequestri da parte dei militari della Capitaneria di Porto

I militari della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Torre Annunziata, hanno provveduto a eseguire il sequestro beni in possesso dei soggetti utilizzati per l'attività illegale di pesca. Per l'esattezza sono stati sequestrati: cinque box, otto autovetture, quattro motocicli, 19 mute subacquee, 25 bombole per immersioni subacquee, 16 retini da pesca, sei coppie di pinne da sub, oltre ad altre attrezzature utilizzate per l'estrazione dei datteri di mare, una specie marina dei frutti di mare sottoposta a tutela.

Inoltre sono stati sequestrati anche 40 smartphone, 15 sim card, 2 computer portatili e un tablet, nonché la somma di 18mila euro in contanti.

I reati che ha ipotizzato il procuratore Nunzio Fragliasso sono: danneggiamento aggravato, distruzione di habitat in sito protetto, distruzione di ambienti naturali e commercio di sostanze alimentari proibite. È stato contestato anche il reato di associazione a delinquere aggravato dal reato di disastro ambientale.

Le indagini della Procura sono state condotte dalla Guardia Costiera

Le indagini, coordinate dalla Procura, sono state condotte materialmente dalla Guardia Costiera. I militari, infatti, hanno setacciato varie località della piana flegrea, in particolare i comuni di Castellammare di Stabia, Vico Equense, Massa Lubrense, Piana di Sorrento, Meta di Sorrento e Sorrento.

In queste cittadine, dopo una attenta indagine investigativa, i militari scoperto che gli indagati hanno portato avanti, in modo professionale e sistematico, la raccolta e la commercializzazione di frutti di mare considerati protetti, nello specifico i datteri di mare e le vongole veraci di Rovigliano. Questi prodotti ittici sono stati sottoposti a sequestro in quanto sono stati considerati dannosi per la salute umana, in quanto dai riscontri sanitari effettuati sugli stessi, sono stati rilevati in quantità piuttosto elevata degli elementi chimici pericolosi, nonché batteriologicamente nocivi, in quanto raccolti nello specchio di mare prospiciente la foce del fiume Sarno, considerato una zona proibita per la presenza in loco di idrocarburi e metalli pesanti inquinanti. Infine è stata accertata anche l'attività di pesca di frodo.