Al momento è un giallo la morte di una pensionata di Bologna. A Santa Maria Villiana, frazione del comune di Gaggio Montano in provincia di Bologna, Natalia Chinni, conosciuta come Carmen, ex insegnante d'inglese 72enne, sarebbe stata uccisa da un colpo d'arma da fuoco, probabilmente un fucile. Il delitto risale a venerdì 29 ottobre. L'inchiesta della Procura di Bologna è già a una prima svolta: c'è un indagato con l'accusa di omicidio aggravato da futili motivi.

Bologna, il ritrovamento del corpo

A trovare il corpo della donna a terra, all'ingresso dell'abitazione di vacanza della famiglia a Santa Maria Villiana, è stato il figlio 45enne che la cercava da ore e non riusciva a mettersi in contatto con lei.

Con il padre la aspettavano a cena nella casa di residenza della famiglia, a Orti, ad Alto RenoTerme. Nella frazione, che ha un centinaio di abitanti e dove la vittima era nata, l'ex insegnante andava tutti i giorni. Il figlio, dopo aver scoperto la madre morta, ha subito chiamato 118 e carabinieri. I militari del nucleo investigativo, coordinati dal pm Antonello Gustapane, hanno avviato le indagini. I colleghi della sezione investigazioni scientifiche, anche loro presenti sul posto, oltre al medico legale, hanno effettuato i rilievi tecnici necessari a ricostruire le cause della morte della pensionata.

In apparenza era sembrato trattarsi di un decesso per cause naturali. Ma alcune lesioni di piccole dimensioni riscontrate sulla pancia e sugli arti inferiori, hanno insospettito gli inquirenti: si tratterebbe di fori provocati da pallini di un fucile da caccia.

Da qui l'idea che la donna possa essere stata colpita con un'arma da fuoco. Sarà l'esito della prova dello stub, già eseguita sull'indagato per rilevare la presenza dei residui da sparo, a confermare l'ipotesi. Sarà anche eseguita l'autopsia sul corpo della vittima. Nell'abitazione era tutto in ordine, non c'era alcun segno di scasso o di effrazione, ogni cosa era al proprio posto così da escludere l'ipotesi di un furto finito male.

La porta di casa era aperta, come accade quando si sia appena fatto ritorno nella propria abitazione.

Bologna, alla ricerca di un possibile movente

Gli inquirenti si sono messi da subito alla ricerca di un possibile movente: sembrerebbe che possa essercene uno plausibile, relativo a questione di terreni e di confini. Per tutta la notte è stato interrogato un anziano vicino di casa, il solo iscritto nel registro degli indagati.

L'ex insegnante era molto legata alla seconda casa, ereditata dalla sua famiglia. E, come d'abitudine, venerdì scorso ci era andata per sistemarla. La sua assenza durante tutto il giorno, dunque, non ha assolutamente impensierito i familiari. L'allarme è scattato in serata non riuscendo a mettersi in contatto con lei e non vedendola tornare. La casa dell'indagato si trova a due passi da quella dell'ex insegnante. I rapporti di vicinato non sarebbero stati buoni, ma contraddistinti da litigi confermati anche da alcuni residenti.

Bologna, ancora non trovata l'arma del delitto

Gli inquirenti restano a presidiare le due case, quella della vittima e l'altra adiacente del sospettato, e cercano l'arma del delitto che ancora non è stata trovata.

Non è uscita fuori dopo la perquisizione nella casa dell'indagato che per il momento resta a piede libero.

Circostanze e modalità dell'omicidio sono ancora tutte da approfondire, ma il convincimento degli inquirenti è che l'ex professoressa possa essere stata uccisa al culmine di una banale lite culminata con uno sparo. Avrebbe aperto la porta al conoscente, ma la situazione sarebbe precipitata in tempi rapidissimi.