Era diventato popolare per le sue apparizioni in tv in qualità di cuoco pescatore di Teulada, il 52enne Alessio Madeddu, ucciso la sera del 27 ottobre proprio davanti al suo ristorante Sabor'e Mari, in località Porto Budello, costa sud occidentale della Sardegna. Ha confessato l'omicidio, Angelo Brancasi, panettiere 43enne. Avrebbe picchiato, colpito con armi da taglio e finito lo chef con un'accetta per un solo motivo: la gelosia.
Teulada, trovato senza vita dalla figlia
È stata la figlia Alessia, giovedì mattina verso le 9 e 30, a scoprire il corpo senza vita dello chef e a chiamare il 112.
Il padre era a terra davanti al suo ittiturismo. Sono giunti sul posto per le indagini i carabinieri di Cagliari e di Carbonia e la Scientifica. Gli inquirenti, impressionati sulla scena del crimine dall'accanimento e dalle modalità dell'aggressione mortale, dalle numerose tracce di sange vicino al corpo e lungo la stradina che porta al locale, inizialmente avevano ipotizzato che la vittima potesse aver subito una spedizione punitiva compiuta da più persone, pur non individuando un movente plausibile.
Poi, con il passare delle ore, è stato chiaro che si è trattato di un gesto compiuto da una sola persona inchiodata proprio dalle telecamere dell'ittiturismo di cui Madeddu era titolare che hanno ripreso alcune fasi del delitto.
Teulada, la confessione: 'Ero geloso di mia moglie'
I militari inizialmente avevano sentito parenti e conoscenti della vittima, per concentrare poi l'attenzione sulla presunta relazione che il cuoco aveva con una delle sue dipendenti. La svolta c'è stata ieri sera quando il marito della donna, il panettiere è stato convocato in caserma, ed è stato nominato un avvocato d'ufficio.
Interrogato dai militari e dalla pm, Rita Cariello, il 43enne ha cercato di negare, ma dopo le prime contestazioni ha confessato il delitto che sarebbe maturato solo per motivi passionali.
"Ero geloso di mia moglie che lavorava per lui", avrebbe confessato il panettiere alla pm, per poi aggiungere di essere certo che lo chef aveva una relazione con lei e che gli avrebbe rovinato la vita.
L'accusa formulata dalla pm è di omicidio volontario, ma potrebbe contestare all'arrestato anche la premeditazione. Davanti agli inquirenti, Brancasi avrebbe manifestato pentimento: "Quando ho cominciato a colpire Madeddu ero fuori di me, ero imbestialito e non ci ho visto più. Ora sono pentito, avrebbe detto".
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Brancasi si è presentato al locale dello chef giovedì verso le 22 per avere un chiarimento su una presunta relazione clandestina tra sua moglie, assunta come cameriera stagionale, e Madeddu. È iniziata una lite, degenerata in fretta perché Brancasi si sarebbe sentito provocato, e fuori dal locale avrebbe aggredito Madeddu con oggetti contundenti e un grosso coltello che avrebbe estratto da una tasca, con il quale avrebbe colpito ripetutamente lo chef.
Madeddu avrebbe provato a difendersi usando un'accetta e a fuggire. Il fendente che l'ha ucciso, l'avrebbe colpito al petto.
L'autopsia e le analisi dei Ris forniranno maggiori dettagli sulle ferite della vittima. Brancasi avrebbe poi anche travolto con la propria auto il cuoco che, prima di crollare a terra, avrebbe lanciato una pietra sfondando il vetro di un finestrino. Il 43enne era poi fuggito in autro verso casa in località Sant'Anna Arresi, ma sull'asfalto erano rimasti i segni degli pneumatici e i copri cerchioni dell'auto, ora posta sotto sequestro. L’uomo è stato trasferito al carcere di Uta. Si cerca il coltello tra i rovi.
Madeddu, popolare non solo a Telauda
Madeddu, diventato celebre fuori dall'isola nel 2018 per aver partecipato al reality dello chef Alessandro Borghese 'I 4 ristoranti' e per aver realizzato trasmissioni su una emittente televisiva locale, era nuovamente tornato alla ribalta televisiva per un fatto di Cronaca Nera.
Era stato arrestato, processato e condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per tentato omicidio, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Nelle carte del processo era stato definito come un soggetto "portato naturalmente alla provocazione e alla rissa". La sera del 2 novembre 2020 con una ruspa aveva ribaltato un'auto dei carabinieri.
Una ritorsione dopo che i militari gli avevano ritirato la patente per il suo rifiuto di sottoporsi all'alcol test, avendolo trovato in stato alterato accanto al suo furgone finito fuori strada. Madeddu, dopo aver scontato cinque mesi di carcere nella casa circondariale di Cagliari, Uta, era agli arresti domiciliari e veniva sottoposto a controllo quotidiano. L'attività della ristorazione l'aveva ereditata dal padre e vantava di servire nel suo locale a Porto Budello pesce freschissimo pescato proprio da lui.