A Verona, nel tardo pomeriggio di oggi, 27 ottobre, è stato trovato nel fiume Adige il corpo senza vita di Sachithra Nisansala Fernando Mahawaduge Dewendra, la donna di 33 anni originaria dello Sri Lanka che ieri mattina secondo gli inquirenti avrebbe ucciso le due figlie, Sandani e Sabadi, di tre e 11 anni. Sachithra viveva con le bambine, entrambe nate a Verona, nella casa d'accoglienza comunale per donne maltrattate 'Il porto delle mamme'.

La tragedia nella tragedia ha sconvolto la città scaligera. L'allarme era scattato ieri mattina: le due sorelline erano state trovate senza vita da un'assistente sociale, mentre della loro mamma non c'era alcuna traccia.

Subito erano partite le ricerche per trovarla: gli inquirenti sospettavano che si fosse tolta la vita e con la Squadra Mobile, la Protezione civile e le unità cinofile, erano entrati in azione anche i sommozzatori dei vigili del fuoco.

Verona, il ritrovamento del corpo della mamma

Ieri mattina, dopo la scoperta dei corpi di Sandani e Sabadi da subito gli investigatori, coordinati dalla pm Federica Ormanni che conduce le indagini, si erano convinti che le bambine potessero essere state uccise dalla mamma e che poi la donna scomparsa avesse compiuto un gesto estremo gettandosi nel fiume Adige, poco distante dalla casa di accoglienza nel quartiere Porto San Pancrazio. Cominciate ieri e proseguite oggi, le ricerche intensive anche con l'ausilio di droni ed elicotteri hanno purtroppo confermato l'ipotesi investigativa sulla fine della donna.

Il cellulare ancora acceso di Sachithra ha permesso di geolocalizzarlo su una sponda del fiume in una borsetta contenente anche effetti personali della donna. Poi è stata trovata una scarpa. A seguire, i sommozzatori dei Vigili del fuoco hanno visto una felpa che galleggiava nel fiume, fino al ritrovamento del corpo, riconosciuto come quello di Sachithra Ninansala Fernando Dewendra Mahawaduge, a 300 metri di distanza dal luogo in cui era stata trovata la borsetta.

Per le ricerche si erano mobilitati anche la comunità cingalese e l'ex marito: avevano pubblicato la foto della donna e fatto appelli sui social.

Verona, l'autopsia sul corpo delle bambine

Ieri le bambine erano state trovate senza vita nei loro letti: indossavano ancora pigiami e sembrava che stessero dormendo. La stanza della casa d'accoglienza in cui alloggiavano era in ordine, non c'era alcun segno di una eventuale colluttazione, nessuna traccia di sangue.

Anche l'altra ipotesi investigativa che le sorelline fossero state soffocate, è stata confermata oggi dall'autopsia disposta dalla pm Ormanni. L'esame ha accertato che la loro morte è avvenuta per "soffocamento meccanico violento": entrambe sarebbero state uccise con un cuscino.

Il fascicolo per omicidio è aperto a carico di ignoti, ma per gli inquirenti la mamma avrebbe pianificato tutto. Da quanto finora accertato, ieri mattina alle 7 e 30, la donna ha chiamato la scuola delle figlie per dire che erano ammalate e sarebbero state assenti. Stessa cosa ha riferito all'assistente sociale, chiedendo di lasciarle dormire. Lo avrebbe detto per evitare che nella struttura sottoposta a controlli qualche operatrice venisse a chiedere come mai le bambine fossero rimaste in camera, e avere così il tempo di scappare.

Quando, infatti, l'assistente sociale ha fatto la terribile scoperta, della mamma non c'era più traccia: la donna si era allontanata dalla finestra del bagno trovata aperta.

Verona, famiglia distrutta: alla ricerca di un perché

"Piuttosto che dargli le bambine le ammazzo e mi ammazzo": ora emerge che la mamma suicida ultimamente ripeteva spesso questa frase, riferita all'ex marito. L'aveva detta a persone a lei vicine, ma anche ai medici che l'avevano sentita più volte per stabilire la sua capacità genitoriale. Madre e figlie vivevano nella struttura protetta da quasi un anno dopo che il Tribunale dei Minori di Venezia aveva imposto l'allontanamento dal padre.

Ieri si era diffusa la notizia che l'uomo, anche lui cingalese, fosse stato separato dalla moglie e dalle figlie a seguito di un procedimento per violenza.

Ma le denunce per presunti maltrattamenti nei confronti dell'uomo risultano essere state archiviate proprio di recente. Inoltre, la pm Ormanni ha smentito la notizia su una presunta tossicodipendenza dell'uomo: "A noi non risulta", ha detto intervista dal Tgr Veneto. Oltre agli approfondimenti medico-legali, nei prossimi giorni verranno fatti ulteriori accertamenti per cercare risalire ai motivi di questa tragedia che ha distrutto una famiglia. Forse la donna si era convinta che le venissero tolte le figlie per essere affidate al padre. Forse i suoi fantasmi hanno preso il sopravvento, ma è una storia ancora tutta da ricostruire.