"Vogliamo la verità" Non si danno pace i familiari di Adelio Di Natale, maestro sci (30 anni compiuti pochi giorni prima) di Roccaraso, nella bassa provincia dell'Aquila, deceduto in un ospedale di Roma dopo un incidente di caccia. L'11 novembre scorso il giovane, impegnato in una battuta, sarebbe scivolato e un colpo partito dal suo fucile lo avrebbe ferito mortalmente agli arti inferiori. Del caso di Cronaca Nera si sta interessando anche la Procura di Sulmona che, dopo aver disposto l'autopsia, ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti.

I familiari si chiedono se Adelio potesse essere salvato

Stando a quanto ricostruito, nella giornata di giovedì 11 novembre Adelio Di Natale è salito sulle montagne abruzzesi per una battuta di caccia al cinghiale in compagnia di un parente. Il giovane, mentre camminava lungo un sentiero in località Pietransieri (frazione di Roccaraso), sarebbe inciampato - forse a causa di un filo spinato - e, nella caduta, sarebbe partito accidentalmente un colpo dal suo fucile che lo avrebbe raggiunto alla gamba destra provocandogli una frattura scomposta al femore e un importante shock emorragico.

Dopo il ricovero a Sulmona, il maestre di sci è stato trasferito prima all’ospedale di Teramo, poi al più attrezzato Policlinico Umberto I di Roma, dove è deceduto dopo 8 giorni di agonia.

I familiari di Adelio chiedono se il loro caro, magari con un intervento più tempestivo, potesse essere salvato. "Vogliamo la verità" hanno ribadito ai cronisti del Messaggero. Venerdì 26 novembre, a margine dei funerali, lo zio del trentenne Roberto Donatelli ha chiesto di far luce sull'accaduto.

Aperta un'inchiesta sulla morte di Adelio

In una nota Donatelli, ribandendo quanto non sia facile accettare la perdita di un ragazzo, ha affermato: "Resta il dubbio lacerante che forse qualcos'altro, in meglio e in più, si poteva e forse si doveva fare, per cercare di salvarlo". "Questo dubbio - ha proseguito lo zio della vittima - non darà pace a nessuno di noi.

Dare risposta ai tanti interrogativi su soccorsi e cure non lo riporterà a noi e non gli restituirà la vita. Tuttavia, è nostro obbligo chiarire qualsiasi aspetto. Abbiamo il dovere di capire bene che cosa è successo e se è stato fatto tutto il possibile. Ma anche se ciò che è accaduto era inevitabile o se, a parte la fatalità, non c’è stato qualcos’altro che lo ha portarlo via".

Poi, ricordando che il nipote è deceduto perché il piombo all'interno della gamba ha provocato una grave infezione, ha concluso. "Come mai, in tutto l'Abruzzo, non c'è una camera iperbarica? La sanità che meritano gli abruzzesi è questa?"

Anche la Procura di Sulmona sta seguendo la vicenda e ha deciso di procedere per omicidio colposo.

Si tratta di un "atto dovuto" e il fascicolo è aperto contro ignoti. Nei giorni scorsi, i carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro, hanno acquisito i referti e le cartelle cliniche stilati negli ospedali di Sulmona, di Teramo e di Roma che, dopo l'incidente di caccia, hanno preso in carico Adelio Di Natale.