Oggi, domenica 21 novembre, uno zio di Matias, il bambino di 10 anni barbaramente ucciso a Vetralla da suo padre che lo scorso martedì gli ha tagliato la gola, ha tentato di rendere giustizia al nipote. L'uomo si è introdotto nell'ospedale Belcolle di Viterbo dove il padre del bambino, MIrko Tomkow, 44enne di origine polacca, arrestato per omicidio volontario, è ancora ricoverato dopo un coma etilico, con l'intenzione di ucciderlo.

Dall'inizio di settembre, Tomkow aveva il divieto di avvicinarsi al figlio, alla moglie, Marjola Rapaj, 37enne di origine allbanese, e alla casa familiare dove è avvenuto il delitto: la misura era stata disposta dal gip del Tribunale di Viterbo a seguito di accertati maltrattamenti in famiglia: abusi reiterati per anni, aggravati dall'abuso di alcol da parte del manovale polacco disoccupato.

'Ditemi dov'è Mirko che lo ammazzo'

Ubaldo Marcelli, marito della sorella di Marjola, voleva bene a Matias come a un figlio. Il giorno del delitto, lo zio era andato a prendere Matias, che frequentava la quarta elementare, a scuola avendo la delega, mentre la mamma del bambino, che fa la collaboratrice domestica, era ancora impegnata a lavoro. Forse quel giorno il bambino avrebbe potuto salvarsi: lo zio, infatti, gli aveva proposto di pranzare insieme, ma il nipote aveva declinato l'invito preferendo tornare a casa, nell'edificio a Stradone Luzi, frazione di Cura di Vetralla. Il bambino sapeva che sua mamma gli aveva fatto trovare il pranzo pronto e che non avrebbe dovuto attendere a lungo il suo ritorno a casa.

Invece suo padre, probabilmente dopo aver rubato la chiave della porta di casa alla moglie, si è introdotto nell'abitazione per poi sorprendere il figlio mentre stava finendo di mangiare, o forse quando aveva iniziato a fare i compiti.

Oggi pomeriggio lo zio Ubaldo, sembrerebbe in stato confusionale, ha fatto irruzione all'ospedale Belcolle dove Mirko è tuttora ricoverato nel reparto dove si trovano i detenuti, in attesa di essere trasferito in carcere dopo che si sarà ripreso.

Armato di coltello, avrebbe urlando: “Ditemi dov’è Mirko che lo ammazzo. Quel delinquente non merita di vivere“. Bloccato prima da un operatore sanitario con un bastone, poi dai carabinieri, è stato sedato, ricoverato in stato di shock e denunciato per porto abusivo di arma da taglio.

Vetralla, funerali di Matias

Ieri, 20 novembre, si sono svolti nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso nella frazione di Cura di Vetralla i funerali di Matias.

Il parroco, don Paolo, ha parlato di "una ferita che la nostra comunità ha ricevuto". E ha poi aggiunto: "Una comunità intera non può non interrogarsi. Non possiamo fare finta di niente perché questo evento ci interroga, tutti", per poi esortare a un risveglio delle coscienze e a vincere il male con il bene. Alla cerimonia, oltre al sindaco Sandrino Aquilani e a una rappresentanza dell'Arma, erano presenti anche i compagni di classe del bambino, gli insegnanti e il preside. L'uscita della bara bianca dalla chiesa è stata accompagnata da un lungo applauso, mentre tanti palloncini gialli sono stati liberati in cielo. Il nulla osta a celebrare i funerali, è arrivato dalla Procura di Viterbo dopo che è stata eseguita l'autopsia sul corpo del bambino trovato nel cassettone del letto matrimoniale.

Interrogato il padre assassino

Venerdì 19 novembre, Mirko Tomkow è stato interrogato in ospedale dalla gip di Viterbo, Savina Poli che ha convalidato l'arresto e ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo le prime informazioni, il polacco è apparso lucido e vigile e l'interrogatorio è durato circa un'ora e trenta. Le indagini da parte dei carabinieri sono in corso ma, in base alle prime ricostruzioni, il 44enne dopo essersi introdotto in casa, avrebbe tappato naso e bocca al figlio con dello scotch per impedirgli di gridare e chiedere aiuto, e poi lo avrebbe colpito alla gola con un coltello trovato in un cassetto in cucina.

L'uomo aveva portato con sé della benzina con la quale avrebbe avuto intenzione di dare fuoco al corpicino del figlio: piano che sarebbe fallito per il malore dell'uomo dopo la quantità di alcol ingerito.

Al ritorno a casa, nessun segno di effrazione, Marjola ha trovato il figlio morto e il marito in stato di incoscienza in un'altra stanza. "Lei strillava come una pazza. Non ho più capito nulla", ha raccontato una vicina di casa che aveva anche sentito correre Matias per le scale. Forse il bambino aveva cercato di scappare da suo padre, capendo che voleva fargli del male, ma quando Tomkow l'ha richiamato, Matias ha ubbidito. Il polacco avrebbe ucciso il figlio per vendicarsi della moglie. Non l'aveva denunciato lei direttamente, ma l'uomo era stato costretto a lasciare la casa coniugale e lei si accingeva a chiedere la separazione.