Quando in piena notte i carabinieri del Ros sono entrati nella casa di Desulo, provincia di Nuoro, lo hanno trovato vestito e disarmato; al momento dell'arresto Graziano Mesina, latitante dal luglio 2020 considerato tra i più pericolosi d'Italia, era solo: non ha reagito né opposto resistenza. All'operazione hanno partecipato anche i carabinieri del Gis, del comando provinciale di Nuoro e dello Squadrone eliportato carabinieri cacciatori "Sardegna".
Le lunghe indagini prima della cattura
Durante un'intervista rilasciata questa mattina all'agenzia Adnkronos, il Comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, ha svelato alcuni dettagli sulle incessanti attività di indagine che hanno poi condotto all'arresto: "È stata un'indagine lunga e complessa, condotta senza confidenti o collaboratori di giustizia.
Dal giorno della fuga lo abbiamo braccato senza sosta, fino alla cattura"
Dal racconto dell'alto ufficiale emerge che Mesina poteva godere di "un'ampia rete di favoreggiatori". A tradirlo infatti, seppur senza volerlo, potrebbero essere stati proprio i coniugi proprietari della casa di due piani in cui il latitante si nascondeva. Alla domanda dei carabinieri su quanto tempo Mesina avesse trascorso lì hanno risposto con il silenzio. I due sono stati arrestati per procurata inosservanza di pena, un reato più grave del favoreggiamento.
Una vita tra fughe e reclusione
Penultimo di undici figli, "Grazianeddu", così era soprannominato l'ex primula rossa, ha messo in atto la sua ultima fuga il 2 luglio 2020, all'età di 79 anni, dopo aver appreso del verdetto della Suprema Corte che lo condannava a 30 anni di reclusione per traffico internazionale di droga.
Il primo arresto, nel 1956, all'età di 14 anni per detenzione abusiva di armi. Pochi mesi dietro le sbarre e quattro anni dopo una nuova incriminazione per tentato omicidio: per il reato viene condannato a 16 anni nel carcere di Badu 'e Carros da cui progetta la sua prima fuga, attuata saltando dal treno che lo conduceva al Tribunale di Nuoro per un altro processo.
A questa ne seguiranno altre 21, di cui 10 riuscite, in modi altrettanto rocamboleschi. Nella sua vita da criminale anche una collaborazione come mediatore, avvenuta nel 1992, per la liberazione di Farouk Kassam, il bimbo di 7 anni rapito da una banda sarda a Porto Cervo.
Nonostante le tante evasioni, Graziano Mesina ha trascorso in carcere più di metà della sua vita.
Le congratulazioni del Governo ai carabinieri
"Mi congratulo con tutti i carabinieri per la brillante operazione notturna che ha messo fine alla latitanza di Graziano Mesina", con queste parole si è espresso, in una nota, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il quale ha colto l'occasione anche per ringraziare i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Giugliano in Campania per aver arrestato, sempre ieri sera, Daniele Pinto, camorrista ricercato dal 2012. I complimenti alle forze dell'ordine sono giunti anche dal Ministro degli esteri, Luigi Di Maio, e dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.