"Ho visto fuggire un motorino nero", si apriva così la telefonata giunta al 113 di Chiavari (Genova) poco dopo il delitto di Nada Cella, avvenuto il 6 maggio 1996. La segretaria 24enne venne ritrovata senza vita nello studio del commercialista Marco Soracco, sito in via Marsala. Ora, gli inquirenti, stanno cercando l'autore della chiamata, nella speranza che possa fornire elementi utili alla risoluzione del caso di Cronaca Nera. Al momento, per la morte della giovane, risulta indagata Annalucia Cecere, ex insegnante oggi 53enne. La donna però, ha respinto le accuse sostenendo che, il giorno del delitto, stava facendo le pulizie da un dentista nella vicina Sestri Levante.

La telefonata al 113

Nella telefonata effettuata 25 anni fa al vaglio degli inquirenti si sente una voce maschile. Come ricostruito da La Repubblica basandosi sugli atti dell'inchiesta all'epoca archiviata dal pubblico ministero Filippo Gebbia, due giorni dopo il delitto di Nada Cella, intorno alle 12:45, un uomo ha contattato il 113 dichiarando “ho visto fuggire un motorino nero con una giacca senape”. Prima di riagganciare senza rilasciare le proprie generalità, avrebbe poi specificato l'orario verso le ore 9/9:30.

Come emerso nel corso delle lunghe indagini, questa persona, non è stata l'unica ad aver visto, immediatamente dopo l'omicidio della segretaria 24enne, un ciclomotore nei dintorni della studio del commercialista.

Nelle "carte" in mano agli investigatori, c'è infatti, la "signorina" - un'anziana mai identificata - che 3 mesi dopo l'uccisione di Nada aveva telefonato a casa di Soracco dichiarando di aver visto una certa Anna, residente a Chiavari in corso Dante, riporre tutto nel motorino. Altra figura importante è poi l'ex vicina di Annalucia Cecere che intorno alla metà di maggio, davanti ai carabinieri di Sestri Levante sostenne di aver visto l'insegnante uscire dalla sua abitazione prima del solito e salire in sella ad uno scooter.

Si attendono i risultati delle analisi sui reperti

La squadra mobile di Genova, coordinata dal sostituto procuratore Gabriella Dotto e dal procuratore Francesco Pinto, sperano di rintracciare il presunto testimone e, in cerca di conferme stanno setacciando non solo Chiavari, ma anche l'intero entroterra ligure.

Non vogliono solamente rendere più solida la propria ipotesi di reato, ma anche prepararsi ad un eventuale dibattimento.

Qualora le prove scientifiche non dovessero dare l'esito sperato al pubblico ministero Gabriella Dotto, ci si troverà, quasi sicuramente ad affrontare un processo indiziario che, per ovvi motivi, distanza di cinque lustri, sarà non facile.

Nel frattempo c'è attesa per i risultati dell’analisi del Dna sui reperti rinvenuti sul luogo del delitto Gli accertamenti sono stati affidati al genetista Emiliano Giardina che, negli anni scorsi, ha seguito anche il caso di Yara Gambirasio.