Barbara Pasetti, fisioterapista 40enne, già a fine novembre era sorvegliata dagli inquirenti. La donna al momento è unica indagata per la scomparsa e la morte di Luigi Criscuolo, commerciante 60enne meglio conosciuto a Pavia con il soprannome di Gigi Bici. Lo scorso 20 gennaio, dopo l'ultimo sopralluogo nella sua abitazione, è detenuta nel carcere di Vigevano e continua a proclamarsi innocente. Davanti agli inquirenti si è definita un "mero messaggero" di una banda di stranieri dell'Europa dell'est. Secondo gli uomini della Squadra Mobile, che si stanno occupando del caso di Cronaca Nera, la pista slava sarebbe solo un depistaggio.
Quattro tentativi d'estorsione nei confronti di Gigi Bici
Luigi Criscuolo, ex titolare di un negozio di biciclette, è scomparso da Pavia l'8 novembre scorso ed è stato ritrovato senza vita domenica 20 dicembre a Calignano, frazione di Cura Carpignano, praticamente fuori dal cancello dell'abitazione di Barbara Pasetti. La donna, durante l'interrogatorio di garanzia, ha dichiarato di non aver mai conosciuto o avuto contatti con Gigi Bici. Tuttavia, le indagini coordinate dalla procura di Pavia la smentirebbero.
La donna, da quanto riportato dal quotidiano Il Giorno, già dalla fine di novembre, era tenuta sotto stretto monitoraggio, sia tramite servizi di sorveglianza che intercettazioni. Nel corso dell'attività investigativa sarebbero stati evidenziati ben quattro tentativi di estorsione messi in atto, a partire dal 23 novembre scorso, dalla fisioterapista nei confronti della famiglia Criscuolo.
La 40enne avrebbe chiesto dapprima 390mila euro e poi, avrebbe abbassato la "posta" a 300mila. L'ultima richiesta, pervenuta ai familiari di Gigi Bici all'indomani del ritrovamento del corpo, è considerata dagli inquirenti la più compromettente.
Il tentativo di depistaggio
Barbara Pasetti è indagata non solo per tentata estorsione, ma anche per omicidio ed occultamento di cadavere.
Di fronte agli investigatori, la 40enne, ha ribadito la sua estraneità alla vicenda si è difesa definendosi un "mero messaggero" di una banda di criminali stranieri - slavi o forse russi - che l'avrebbe utilizzata solamente per far giungere, ai familiari di Gigi Bici, le richieste estorsive. Durante l'interrogatorio, la donna, avrebbe fatto riferimento a presunte citofonate serali ed a telefonate notturne da parte dei membri della sedicente organizzazione criminale.
Prima dell'arresto, invece, avrebbe raccontato ad alcune persone di aver visto Criscuolo in compagnia di un uomo di origini slave che pretendeva dei soldi da lui.
Finora, però, le parole della donna non avrebbe ritrovato alcun riscontro durante le indagini. Secondo gli inquirenti, infatti, la 40enne non solo avrebbe preso contatti con Gigi Bici, forse per "sistemare" il marito, ma avrebbe addirittura predisposto, al fine di depistare le indagini, un apparato di lettere estorsive e cercato di coinvolgere persone diverse in modo di accreditare l’esistenza di un gruppo organizzato che poteva disporre della vita di Luigi Criscuolo e dei suoi familiari.