Laura Ziliani non si è suicidata né è morta per cause naturali: le conclusioni della relazione del medico legale segnano una svolta nel caso. Ora si sa con certezza che l'ex vigilessa di Temù, paese dell'Alta Valcamonica, è stata uccisa.
La tragica storia comincia l'8 maggio 2021 con la scomparsa della 55enne: giusto tre mesi dopo, l'8 agosto, è trovata senza vita lungo il fiume Oglio, in provincia di Brescia. Da settembre, in custodia cautelare in carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di corpo, ci sono due delle tre figlie di Laura Ziliani, Silvia e Paola Zani, 26enne e 19enne, e il 27enne Mirto Milani, che aveva una relazione con entrambe.
Laura Ziliani, ansiolitici per stordirla
il professore Andrea Verzeletti, direttore di Medicina legale degli Spedali Civili di Brescia, ha consegnato alla pm Caty Bressanelli la consulenza medico-legale sull'autopsia eseguita sul corpo di Laura Ziliani. L'esame ha stabilito che la donna non ha avuto una morte violenta: il corpo non presenta traumi né segni di colluttazione. La 55enne è stata narcotizzata con una quantità di ansiolitici, benzodiazepine, che non ne ha provocato il decesso ma l'ha resa inoffensiva. In uno stato di minorata difesa, è stata soffocata, probabilmente "con un mezzo fisico sufficientemente soffice come ad esempio un cuscino".
Quando il suo corpo è stato trovato tra le sterpaglie ad agosto è apparso subito ben conservato, pur essendo trascorsi 90 giorni dalla scomparsa.
Da analisi compiute prelevando campioni di tessuto, gli specialisti sono arrivati a ipotizzare che deve essere stato inumato in prossimità dell’argine del fiume Oglio e ricoperto da materiale sabbioso: lì sarebbe rimasto fino alla scoperta . Le ipotesi di una duplice sepoltura, come di messe nere riti satanici non avrebbero trovato riscontro.
Potrebbe vedersi all'orizzonte la chiusura delle indagini in vista del rinvio a giudizio dei tre indagati per omicidio pluriaggravato in concorso e occultamento di corpo. I familiari, a cominciare dalla mamma di Laura e nonna delle figlie con l'unica delle tre completamente estranea ai fatti, attendono il nulla osta per il funerale e una degna sepoltura.
Il silenzio degli indagati
Da quattro mesi in carcere, gli indagati non hanno mai aperto bocca. Il 'trio criminale', come viene definito nelle carte dell'inchiesta, dall'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip del Tribunale di Brescia ha confermato il carcere esistendo il rischio di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Finora nessuno dei tre ha mai confessato il delitto, né ha fornito informazioni utili alle indagini. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, un mese prima del delitto c'era già stato un tentativo di uccidere Laura con una tisana. La 55enne aveva dormito per 36 ore consecutive. Secondo l'accusa, al secondo tentativo per evitare di fallire nuovamente i tre avrebbero pianificato di soffocarla: l'aspetto della premeditazione sarebbe evidente.
Il movente sarebbe stato economico: le figlie con Mirto, alla ricerca di una vita comoda e agiata, avrebbero mirato a impossessarsi dell'eredità della madre, proprietaria di immobili a Temù e altrove. Dalle intercettazioni è emerso che dopo 20 giorni dalla misteriosa scomparsa della mamma, Paola e Silvia “si congratulavano l’una con l’altra per il denaro che di lì a breve avrebbero incassato, così da riuscire a dare l’anticipo per una vettura nuova e probabilmente anche per un viaggio”, come ha scritto il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.
Laura Ziliani, i depistaggi della figlia Silvia
Tra luglio e agosto, quando gli inquirenti stavano stringendo il cerchio attorno alle figlie di Laura Ziliani, la maggiore Silvia dedicò molto del suo tempo su Internet e Youtube a stigmatizzare trasmissioni televisive dedicate alla scomparsa di sua mamma che chiamava semplicemente con il nome di battesimo, e demolire ipotesi a lei sfavorevoli.
I giornalisti sarebbero stati responsabili di aver falsificato la realtà: "Hanno cercato ovunque, ma non si trova nulla. Cosa c'è dietro a tutto questo? Adesso siamo a pezzi, queste indagini ci stanno uccidendo. Tutte le bugie, le ipotesi tendenziose, le vostre inesattezze, il vostro qualunquismo ci stanno uccidendo", scrisse. In un passaggio si rivolse alla mamma: "Vorrei che fossi qui con me: non riesco a vivere senza di te, tu che hai sempre creduto in me, in noi. Spero che questo mistero venga svelato, spero di rivederti ancora, se no penso che ti raggiungerò presto". A proposito delle indagini, scrisse che la storia della tisana sarebbe stata una fake news. Sul modo di ricostruire il caso Ziliani, condannò i media perché avrebbero suggestionato l'opinione pubblica e messo sotto pressione la Procura.