Una storia che sembra provenire da un film hollywoodiano ma che, invece, è la testimonianza rilasciata da Lisala Folau di quanto avvenuto a Tonga. Negli scorsi giorni, infatti, l'arcipelago è stato letteralmente sconvolto dall'eruzione dell'Hunga Tonga, vulcano che ha provocato uno tsunami che ha colpito tutto il territorio. Tra i sopravvissuti alla catastrofe vi è Lisala, un falegname disabile che è stato colpito dall'ondata di acqua mentre era intento a imbiancare la propria casa.

Non ha risposto alle chiamate del figlio per evitare che si buttasse in acqua

L'uomo, che si trovava sull'isola di Atata, è stato raggiunto dal fratello e dai nipoti che lo hanno avvisato dell'arrivo dello tsunami. Ormai, però, era tardi e l'onda gli ha travolti in pieno. Lisala, allora, è riuscito insieme a una nipote ad arrampicarsi sopra a un albero, in attesa che il livello dell'acqua diminuisse. Non appena questo è avvenuto, i due sono scesi dall'albero e, proprio in questo momento, l'isola è stata colpita da una nuova onda di tsunami, che li ha trascinati fino al mare aperto.

A questo punto i due erano in balia dell'acqua, senza appigli e con il sole che oramai era già tramontato. Lisala ha raccontato che, in questi frangenti, chiamava spesso la nipote per accertarsi che fosse ancora in zona.

A un certo punto, durante la notte, l'uomo ha anche sentito il figlio che, dalla riva, lo chiamava per cercarlo. Lisala, però, ha scelto di non farsi sentire convinto che, se avesse attirato l'attenzione del figlio, questo si sarebbe buttato in mare per salvarlo, rischiando a sua volta la vita.

La salvezza di Folau è stato un tronco, con il quale ha galleggiato fino a un'isola

A un certo punto Lisala ha deciso di aggrapparsi a un tronco, pensando che, qualora fosse morto, in questo modo i famigliari avrebbero quantomeno potuto recuperare il cadavere. Il sostegno del tronco, invece, è stato determinante: aggrappato a esso, infatti, l'uomo ha galleggiato fino all'isola di Toketoke dove ha visto una motovedetta della polizia.

Ha dunque cercato di attirare la loro attenzione, senza tuttavia riuscirci.

Nel frattempo, il sole era sorto e, con le poche energie che gli erano rimaste, l'uomo ha scelto di galleggiare per raggiungere Polòa, un'altra isola dell'arcipelago che è riuscito a raggiungere alle 18. Tre ore dopo, con non poche difficoltà, si è trascinato barcollando fino alla strada asfaltata dove è stato visto e soccorso da un automobilista. Del fratello e dei nipoti di Lisala non si ha più alcuna notizia, anche se le autorità hanno comunicato che lo tsunami ha provocato solo tre morti e nessuno originario di Atata.