Sono rimaste in carcere le due figlie di Laura Ziliani, Silvia e Paola Zani, accusate di averla uccisa e di aver occultato il corpo. Oggi, 25 febbraio, si sono svolti i funerali dell'ex vigilessa di Temù, in Val Camonica. La 55enne, scomparsa lo scorso 8 maggio era stata trovata senza vita dopo tre mesi esatti, l'8 agosto. Le due avrebbero voluto partecipare alle esequie ma la Procura di Brescia non gliel'ha consentito. Il rito funebre si è svolto a distanza di sei mesi dal ritrovamento del corpo della donna sul greto del fiume Oglio a Temù. Solo dopo aver assolto alle esigenze investigative, è arrivato il nullaosta del sostituto procuratore Caty Bressanelli.

Laura Ziliani, i funerali

I funerali di Laura Ziliani si sono svolti oggi alle 15:30 nella chiesa parrocchiale del quartiere di Chiesanuova a Brescia, dove abita la mamma dell'ex vigilessa. A darle l'ultimo saluto, seduti ai primi banchi della chiesa c'erano pochi intimi: l'anziana madre, Lucia, l'unica delle tre figlie a non essere incriminata perché estranea ai fatti, il compagno con cui la 55enne aveva iniziato una relazione dopo che era rimasta vedova nel 2012. E poi oltre ai parenti, c'erano gli amici. L'anziana madre ha chiesto ai giornalisti di rispettare il suo silenzio. "Siamo attoniti, sgomenti, feriti per un dramma oscuro e dolorosamente aberrante, piangiamo con voi": è un passaggio dell'omelia pronunciata dal parroco di Chiesanuova.

Si è dovuto attendere sei mesi per i funerali perché era necessario arrivare alla relazione finale del medico legale che ha confermato che la donna è morta per soffocamento e poi è stata seppellita. Dopo il rito funebre, la salma è stata sepolta al cimitero Vantiniano di Brescia.

Laura Ziliani, da parte delle figlie nessun pentimento

Le due figlie Paola e Silvia si trovano in carcere dallo scorso 24 settembre, in applicazione della misura cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia. In quella data, furono arrestate dai carabinieri insieme al fidanzato della maggiore, Mirto Milani.

Anche lui da quel giorno è in stato di detenzione. Tramite i loro avvocati, le due avevano chiesto di poter partecipare alle esequie della mamma, ma il pm non ha rilasciato loro l'autorizzazione. Ieri, quando si era ventilata la possibilità che invece potessero essere presenti, i social si erano infiammati. Probabilmente, nella decisione del magistrato ha giocato un ruolo cruciale il comportamento delle due che dall'arresto si sono trincerate dietro un silenzio impenetrabile. Entrambe non hanno mai confessato il presunto matricidio, non hanno mostrato segni di pentimento o di rimorso, non sono mai state collaborative con gli inquirenti, né si sono mai scomposte di fronte alle accuse mosse loro.

Avrebbero ucciso la madre per futili motivi, ovvero garantirsi senza sforzo una vita facile e agiata appropriandosi del patrimonio di famiglia. In alcune intercettazioni dopo la scomparsa della mamma, avrebbero esultato progettando le prime spese da fare: un'auto, una vacanza. Secondo l'interpretazione della criminologa Anna Vagli, avrebbero chiesto di partecipare ai funerali di Laura Ziliani solo per mantenere la loro integrità psichica, un meccanismo di difesa primitivo per gestire contenuti che col passare del tempo diventano sempre più inaccettabili quali l'idea di aver ucciso la propria madre, e per lavarsi la coscienza al cospetto della sorella Lucia.

Laura Ziliani, ancora tanti misteri sul caso

Il caso non è stato risolto. Sono ancora tanti i misteri: chi materialmente ha ucciso Laura? Come è uscito dalla casa di Temù il corpo dell'ex vigilessa? Dove è stato tenuto nascosto per tre mesi? L'unica certezza, al momento, è che non si sia trattata di una morte violenta: gli esami medico-legali hanno accertato che il corpo non presentava segni di colluttazione né fratture.

Prevarrebbe l'idea che il fidanzato della maggiore possa avere manipolato le sorelle con l'intenzione di appropriarsi del patrimonio della suocera. Tutti e tre avrebbero pianificato ogni mossa, a cominciare dall'appello in tv che il giorno dopo la scomparsa della madre le due sorelle avevano fatto in tv in lacrime.

A seguire, depistaggi per far credere che la donna fosse andata da sola a fare una passeggiata in un sentiero rimanendo vittima di un incidente in montagna. Ma quello che è stato definito dagli inquirenti 'il trio diabolico', avrebbe commesso anche madornali errori. Dalle carte della Procura è emerso anche il triangolo amoroso tra Mirto e le due sorelle Zani. A confessarlo sarebbero stati gli stessi indagati. Sia la 19enne Paola Zani che il 26enne hanno spiegato ai carabinieri che i loro cellulari sono stati consegnati ripulito da qualsiasi contenuto, perché si sarebbero vergognati all'idea che si venisse a sapere che avevano una relazione segreta all'insaputa della sorella.