La giudice Maria Angioni chiede di esaminare i tabulati delle persone che si trovavano nelle vicinanze dell'edificio verde a Mazara del Vallo, Trapani, al momento della scomparsa della piccola Denise Pipitone, 4 anni all'epoca dei fatti. "Emergono stranezze" ha puntualizzato. L'attuale giudice del lavoro di Sassari che in un primo momento ha seguito il caso di Cronaca Nera in qualità di Pm di Marsala, al momento risulta indagata per false informazioni proprio nell'ambito delle indagini sulla sparizione della bimba, avvenuta il primo settembre 2004.
L'edificio verde di Mazara del Vallo
Lunedì 14 febbraio si sarebbe dovuta svolgere l'udienza che vede a processo la giudice Maria Angioni. L'ex pm è accusata di aver riferito il falso ai magistrati relativamente a presunti depistaggi nel corso dell'attività investigativa sul caso Denise Pipitone. L'udienza è però slittata al prossimo 25 marzo per l'assenza di alcuni testimoni citati, tra cui il pm Luigi Boccia (in servizio a Pistoia) e il poliziotto Vito Lentini.
La giudice Maria Angioni, parlando con i cronisti all'uscita dal tribunale, ha dichiarato: "Alla persona che m'ha parlato di un magazzino, un grande edificio verde, vicino al mare di Mazara del Vallo, che potrebbe aver avuto a che fare con la scomparsa della piccola Denise Pipitone, ho detto di recarsi al commissariato di polizia o alla stazione dei carabinieri per riferire quello che ha raccontato a me".
Poi, l'ex pm di Marsala ha aggiunto: "A tutti coloro che mi riferiscono qualcosa io rispondo sempre: "Andate dalle forze dell'ordine competenti e prendetevi le vostre responsabilità. Saranno poi le autorità a valutare se si tratta di elementi meritevoli di approfondimento, o meno".
L'ex pm di Marsala ha anche puntualizzato che non aveva alcun ricordo riguardo a quell'edificio verde.
"Per capire se ciò che mi è stato detto è completamente inventato o ha un minimo di riferimento - ha continuato - ho fatto un post".
Stranezze nelle intercettazioni
Maria Angioni ha sottolineato che nei suoi vecchi appunti, così come negli atti del processo che all'epoca era stata autorizzata a leggere, ci sono tanti elementi.
"Molti di questi - ha dichiarato- potrebbero rivelarsi completamente inutili, tuttavia, quando si inizia a fare un nuovo ragionamento può succedere che alcune cose che prima nessuno aveva mai preso in considerazione veramente permettano di mettere a fuoco un quadro complessivo da cui potrebbero emergere ulteriori spunti investigativi. Gli elementi a cui l'ex pm di Marsala fa riferimento sono, come lei stessa ha puntualizzato, i tabulati di tutti coloro che erano lì, nei pressi dell'edificio verde. "Dai tabulati - ha poi concluso - emergono delle stranezze".
Secondo la giudice, nel caso è venuto meno un lavoro da parte della polizia giudiziaria e non da parte del magistrato, che poi è chiamato a valutare.
"Le indagini - ha ripreso - sono nate dirottate verso determinate persone, poi processate, ossia Jessica Pulizzi (sorellastra di Denise, ndr) e Gaspare Ghaleb. Jessica, come è noto, nei primi tre gradi di giudizio è stata assolta, mentre colui che all'epoca della scomparsa di Denise era il suo fidanzato è stato condannato - e poi prescritto - per false dichiarazioni al pm. "Adesso - ha poi sentenziato - spero che qualcuno colga l'esca e vada a controllare i tabulati".