Il decesso di Liliana Resinovich non è stato causato da farmaci, droghe o altre sostanze, e a questo punto l'ipotesi del suicidio appare inverosimile. Oggi, 22 marzo, dopo più di due mesi di attesa, è arrivato l'esito di approfonditi esami chimici e tossicologici. In un comunicato stampa, il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo ha reso noto l'esito della perizia: è negativo, nel senso che rivela che nel corpo della donna non è stata trovata alcuna traccia di sostanze. La 63enne scomparsa dalla casa coniugale di Trieste lo scorso 14 dicembre e trovata senza vita nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico cittadino, non ha assunto droghe e non è stata avvelenata.

Il risultato dell'esame non porta a una svolta delle indagini, non risolve il giallo sulla morte dell'ex dipende della Regione Friuli e apre nuovi interrogativi.

Liliana Resinovich, si attende esame del Dna

Liliana Resinovich non ha assunto “sostanze xenobiotiche, droghe e farmaci che possano aver cagionato il decesso”: è quanto hanno stabilito gli accertamenti tossicologici. L'unica sostanza assunta prima di morire è stato invece un multivitaminico che, secondo quanto è stato accertato, prendeva regolarmente. "Sono condotte del tutto estranee a un quadro suicidario, che da oggi possiamo escludere", ha detto la criminologa Roberta Bruzzone, intervenuta oggi alla trasmissione in diretta di Rai2, Ore 14.

Sul corpo di Liliana Resinovich sono state trovate tracce di caffeina e teobromina, uvette, sostanze appartenenti al complesso della vitamina 86, un'aspirina e una tachipirina "trovate solo nelle urine".

Gli esami erano stati disposti all'indomani dell'autopsia: fatta l'11 gennaio, aveva stabilito che Liliana è morta per uno scompenso cardiaco acuto, e non aveva evidenziato alcuna violenza.

Non risulta che fosse cardiopatica. Allora cosa può essere accaduto? Si potrebbe ipotizzare che abbia avuto un malore, forse dopo un litigio molto acceso. A quel punto chi era con lei, invece di chiamare i soccorsi, potrebbe aver pensato di occultare il corpo. Ma i due sacchetti di nylon trovati sulla testa della donna potrebbero essere una messinscena suicidaria per fare passare la vittima per una squilibrata, o il modo escogitato da una mano anonima per garantirsi che, anche se si fosse ripresa, Lilly non avrebbe potuto avere scampo.

Finora non c'è nessun indagato nell'inchiesta per sequestro di persona che potrebbe diventare un'indagine per omicidio colposo e occultamento di corpo.

Si attende, a questo punto, l'esito di un altro esame, incentrato sul Dna. Si dovrà fare la comparazione tra il materiale genetico maschile, sia pure molto debole, che era sul laccio che stringeva i sacchetti al collo di Liliana e quello prelevato al marito Sebastiano Visintin, all'amico Claudio Sterpin e ad altri. "Certo è che se gli inquirenti hanno chiesto il Dna al vicino di casa Salvo, credo che abbiano qualche sospetto su di lui. Per me è inconcepibile che possa essere stato lui, però", ha detto Fulvio Covalero, amico di Liliana Resinovich, ai microfoni di Mattino Cinque News.

Ancora tutto da capire dove e quando sia avvenuto il decesso. Per l'amico, Liliana sarebbe stata uccisa altrove e poi portata nel bosco.

Liliana, Sebastiano ha accreditato l'idea del suicidio

Sebastiano ha perso molti chili e sembra un uomo distrutto. In questi mesi è apparso a tratti contraddittorio e confuso. Ha più volte accreditato l'ipotesi del suicidio. Su di lui, sebbene non indagato, si sono concentrati da subito dubbi e insinuazioni da parte dei parenti di Lilly, ma anche di comuni amici per una serie di comportamenti.

Il 16 dicembre, dopo 2 giorni dalla scomparsa della moglie, regala agli amici la fotocamera di Lilly. Spiegherà che per lui era solo un prestito. A seguire, regala la bici di lei.

Infine, prima di Natale, quando Liliana è ancora una donna scomparsa e la polizia non ha ancora fatto alcun sopralluogo in casa, consegna a una coppia di amici cinque hard disk pieni di foto e video che lui stesso ha fatto alla moglie.

Claudio Sterpin: 'Liliana non si è suicidata'

Al contrario del marito, Claudio Sterpin, l'amore ritrovato da Lilly dopo 40 anni, ha sempre sostenuto che lei non si sarebbe mai suicidata. Ha raccontato che il rapporto di Lilly con il marito non era idilliaco come raccontato da Sebastiano, ma sarebbe giunto al capolinea. La mattina della scomparsa, Lilly sarebbe dovuta andare da lui come tutti i martedì. Sterpin e Liliana avrebbero avuto intenzione di intraprendere una vita insieme.

Considerazioni rispetto alle quali non ci sarebbero riscontri. In questi mesi, Sebastiano e Claudio si sono lanciati accuse a distanza. La posizione di Claudio è parsa 'sospetta' per aver dato l'allarme della scomparsa di Lilly troppo presto. Quella del marito, per averlo dato in ritardo e su suggerimento degli amici.